mercoledì,Maggio 15 2024

Pd Cosenza, segni di vita (e di dissenso) dall’assemblea di circolo

Botta e risposta tra Bruno Bossio e Funaro, Pecoraro ribadisce sostegno a Caruso ma lo avverte che i democrat non sono il suo fan club. E Adamo si definisce un pensionato

Pd Cosenza, segni di vita (e di dissenso) dall’assemblea di circolo

Una resa dei conti? Forse, di sicuro all’interno del Partito Democratico di Cosenza il dibattito è stato stimolato dalle rimostranze che tre consiglieri comunali hanno sollevato staccandosi dal gruppo del Pd formandone uno nuovo. Francesco Graziadio, Aldo Trecroci e Gianfranco Tinto hanno reso note le loro motivazioni mercoledì in conferenza parlando apertamente di caminetti, scelte non condivise e già preconfezionate.

L’assemblea di circolo tenuta ieri pomeriggio ha cristallizzato lo status quo: la forte influenza di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio (che ha rivendicato pari dignità di Bevacqua e Iacucci in tema di legittimazione ad intervenire) e il sostegno che la loro area continuerà a garantire a Franz Caruso. Su questo aspetto, però, Vittorio Pecoraro ha evidenziato anche che il Pd non è il fan club personale del sindaco, pur riconoscendo molti aspetti positivi della sua azione amministrativa. I rifiuti e la cultura sono invece gli ambiti che ad avviso del segretario vanno migliorati ed implementati.

Per il resto è stato un confronto serrato, ma senza i toni che caratterizzarono la celeberrima riunione di novembre 2021 dove si sfiorò lo scontro fisico. Ad ascoltare gli interventi c’era Franco Colistro, figura intorno alla quale si è sviluppata gran parte della discussione. La mancata elezione a presidente del collegio dei revisori, a vantaggio di Andrea Manna (cognato di Maria Locanto, tra i presenti), è stata contestata dalla “maggioranza” interna. Soprattutto additata a Maria Pia Funaro che ha preso la parola chiedendosi in modo sottile se potesse ancora chiamare «compagni» i presenti.

L’ex vicesindaca, per la quale Bruno Bossio ha detto di averne supportato la campagna elettorale, ha difeso la scelta dei consiglieri di Democrazia e Partecipazione rispondendo all’ex parlamentare di avere fatto lo stesso nel 2018. Ha quindi ribadito che in giunta lei rappresentava il Partito Democratico più di tutti, senza però che venisse mai coinvolta in alcuna decisione. Ha aggiunto, inoltre, che i socialisti governano a Palazzo dei Bruzi con 903 voti, meno di quanti ne abbiano collezionato lei e Damiano Covelli in coppia: i primi due eletti.

Infine, prima dell’approvazione di un documento prodotto dalla segretaria di circolo Rosi Caligiuri (solo Sergio De Simone ha espresso parere negativo, gli altri riottosi in sala non hanno partecipato al voto, ndr) sono da segnalare le assenze (tattiche?) di Carlo Guccione e Giuseppe Mazzuca e un intervento di Adamo che ha strappato tutta una serie di sorrisi, alcuni beffardi e altri di sincera approvazione. Ha detto di non essere il capo di nulla, bensì solo un pensionato, ma che se tutti gli riconoscono questo ruolo forse la sua esistenza ha avuto un senso. Game, set, match.

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