giovedì,Maggio 16 2024

Il Sindacato dei Medici Italiani: «Se solo i cubani in Calabria sanno salvare vite…»

Il consigliere nazionale Roberto Pititto: « I medici e pazienti calabresi continuano ad emigrare al Nord perché non vi sono i presupposti, le condizioni per curarsi e lavorare in sanità nella nostra regione a causa delle carenze del sistema regionale sanitario»

Il Sindacato dei Medici Italiani: «Se solo i cubani in Calabria sanno salvare vite…»

«La notizia è meritevole di un titolo a tutta pagina: “I Medici cubani salvano un collega colpito da infarto in ospedale”. Ho naturalmente letto l’articolo e trovato, come spesso accade, un’altra storia. Ho letto di due efficienti infermieri, che con il loro intervento immediato salvavita hanno reso possibile il resto, ovvero l’intervento dei medici. Nell’ordine due colleghi del pronto soccorso, il cardiologo, il collega del 118 in ambulanza, l’equipe della cardiologia con emodinamica che, a quel che ho intuito, ha provveduto all’intervento di rivascolarizzazione. Ah…quasi dimenticavo, i medici del P.S. sono cubani!». Lo afferma in una nota Roberto Pititto, consigliere nazionale del Sindacato Medici Italiani (SMI) Calabria.

«Adesso ritorniamo al titolo e cerchiamo di capire a cosa attribuire il merito della spiccata eccezionalità della notizia – aggiunge -. Non al fatto che medici ed infermieri salvano pazienti colpiti da infarto. È il nostro lavoro. Quindi non è questo il punto. Forse il fatto che la vittima del grave evento era un medico; non credo, dato che ci ammaliamo come e più delle altre categorie professionali o che l’accidente sia avvenuto in ospedale, luogo che anzi ha contribuito a salvargli la vita. Non mi sembra che sia questa “la notizia” degna di scoop. È naturalmente ovvio che la notizia è tutta nell’aggettivo, lo scoop è che si tratta di medici cubani».

«Mi sono interrogato poi – si chiede Pititto – sul perché rimarcare la cittadinanza e le risposte possibili sono nell’ordine, non di percentuale di esattezza per fortuna: c’erano i bravissimi cubani, più in gamba della media delle altre nazionalità. Oppure: salvato nonostante fossero cubani, e quindi notoriamente meno bravi. O ancora: almeno c’erano i cubani perché altrimenti, visti i tempi, non  ci sarebbe stato nessuno, così come spesso non c’è nessuno nelle ambulanze del 118 (a proposito il collega che ha accompagnato il paziente era fuori sevizio)».

«Nella realtà ogni giorno accade che i medici e gli infermieri salvino centinaia di pazienti, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza e accade pure che molti altri muoiano perché i Pronto Soccorso sono privi di personale sufficiente, le ambulanze del 118 non hanno il medico a bordo, o quella guardia medica quella notte maledetta era chiusa. Se poi accade che i medici cubani, pagati un po’ meno degli addetti alle pulizie, a proposito di  notizie, ben venga – prosegue ancora -. Se la normalità, ovvero  i medici salvano pazienti diventa scoop, è evidente che qualcosa non va, se poi serve a dire che i medici (cubani) siano i salvatori del sistema, siamo messi peggio dato che non è di questa stoffa che dovrebbe essere fatto un Sistema Sanitario Regionale».

Per Pititto invece «bisogna affrontare  le questioni  strutturali della sanità calabrese per rispondere  al bisogno di salute dei cittadini. Siamo dinnanzi all’assenza di una programmazione sanitaria  che tenga conto dell’esigenze della popolazione. I medici e pazienti calabresi continuano ad emigrare al Nord perché non vi sono i presupposti, le condizioni per curarsi e lavorare in sanità nella nostra regione a causa delle carenze del sistema regionale sanitario, per le  clientele che deprimono il merito e purtroppo i medici cubani non bastano per assicurare tutte le cure nella nostra regione».

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