domenica,Maggio 19 2024

Cosenza, la “Via Crucis” della minoranza tocca Corso Vittorio Emanuele II | VIDEO

«Città in ostaggio di un'arteria chiusa, perché l'amministrazione Caruso non riapre il tratto? Ci risulta che il Rup Rino venga sostituita e il direttore dei lavori si sia dimesso, cosa c'è dietro?»

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Nella Via Crucis delle zone della città abbandonate, la minoranza del Comune di Cosenza oggi pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa a Corso Vittorio Emanuele II, luogo del centro storico dove perse la vita Giampiero Tarasi ed interdetto al traffico dal lontano 2019. «Abbiamo convocato l’incontro dalla sera alla mattina – scherzano – così stavolta non abbiamo corso il rischio di trovare sul posto il sindaco Franz Caruso». Il riferimento all’ultimo incontro con la stampa avuto al Planetario.

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Fatto sta che Francesco Spadafora, Giuseppe D’Ippolito, Ivana Lucanto, Francesco Caruso, Michelangelo Spataro, Alfredo Dodaro, Francesco Cito, Antonio Ruffolo e Francesco Luberto accusano l’amministrazione comunale di non essere riuscita «a restituire alla viabilità la piena fruibilità né del tratto di Via Petrarca né del tratto di Corso Vittorio Emanuele II, dove pure sono stati impegnati e spesi dei fondi pubblici e dove, in funzione degli appalti in corso d’esecuzione, dovrebbe registrarsi un fervore di attività».

«Non solo i tratti di strada interessati risultano ancora totalmente o parzialmente inibiti al traffico veicolare – dicono – ma le attività di cantiere registrano da più giorni una situazione di fermo completo. Questa opposizione, in ragione di tali circostanze, ha partecipato all’audizione, in Commissione Protezione Civile, della Dirigente Responsabile e RUP dell’intervento, Ing. Antonella Rino. L’esito dell’incontro è stato disarmante oltre che estremamente preoccupante. Da quanto abbiamo potuto apprendere dalla bocca della Dirigente, sembrerebbe alto il rischio che il Comune sia in questo momento ostaggio dell’Impresa Esecutrice la quale, pur residuando opere minimali ai fini del completamento dell’intervento necessario alla riapertura al traffico di Via Vittorio Emanuele II, ha deciso, per così dire, di “tirare i remi in barca” e mettersi braccia conserte (aspettando, forse, la compiacenza dell’Amministrazione comunale?)».

I consiglieri di minoranza fanno le pulci ad una situazione che rischia di trascinarsi ancora per le lunghe, «anche perché da alcune indiscrezioni abbiamo carpito che la Rup sia stata sostituita e il direttore dei lavori si sia dimesso. È chiaro che saremmo dinanzi a qualcosa di inaccettabile e per cui siamo disposti a non arretrare di un passo finché il tratto non sarà restituito agli abitanti del centro storico e di tutta Cosenza».

Per i consiglieri di minoranza «le ragioni di questo fermo cantiere, avvenuto su esclusiva iniziativa dell’appaltatore, sarebbero da ricondursi a diversità interpretative in merito ai lavori eseguiti e da eseguire e mancati concordamenti da parte dell’Impresa non solo in ordine alle partite iscritte dal Direttore dei Lavori in contabilità ma anche nella quantificazione e valorizzazione di lavori diversi non previsti nel progetto esecutivo e da contemplare, pertanto, in una Perizia di Variante in corso di adozione. Lo si deduce chiaramente dalle parole dell’ing. Rino, quando afferma che l’Appaltatore non ha inteso sottoscrivere gli atti contabili relativi ad un primo Stato di Avanzamento e che non c’è accordo con il Direttore dei Lavori in merito alla Variante da adottare».

«La Dirigente è apparsa rigorosa e determinata – spiegano ancora -. Il suo parere, in qualità di RUP, coincide con quello del Direttore dei Lavori: le pretese dell’Appaltatore non sono assolutamente condivisibili e legittime e il Comune, in rappresentanza del quale RUP e Direttore dei Lavori gestiscono il contratto, non arretrerà di un passo di fronte alle istanze immotivate dell’Impresa. Quest’ultima, per tutta risposta, ha ben deciso di arretrare dal cantiere lasciando l’Amministrazione in balia dei propri trionfalistici e inutili annunci. Ma c’è di più: in termini di mancato adempimento degli obblighi contrattuali, l’atteggiamento di inerzia e immobilità dell’impresa è stato giudicato talmente grave (e su questo è facile concordare) che la Dirigente/RUP ha intimato la risoluzione contrattuale in danno all’Impresa Appaltatrice, inviando una missiva di fuoco all’Ufficio del Commissario per il contrasto al dissesto idrogeologico della Regione Calabria, soggetto finanziatore dell’intervento».

«In qualità di opposizione – hanno detto durante la conferenza – possiamo affermare che la Dirigente ha tutta la nostra solidarietà e il nostro apprezzamento: infatti, se la nostra lettura si dovesse rivelare corretta, non si potrebbe pensare di rimanere ostaggio degli operatori economici che per biechi obiettivi di guadagno ritardano il completamento e la consegna alla comunità di opere e infrastrutture rilevanti. E dire che nel caso specifico i titolari dell’Impresa, da quanto ci risulta, sono di fiducia dell’Amministrazione e vengono visti più volte, nei pressi di Palazzo dei Bruzi, confabulare con noti esponenti politici legati all’attuale Sindaco»

«Evidentemente – concludono Francesco Spadafora, Giuseppe D’Ippolito, Ivana Lucanto, Francesco Caruso, Michelangelo Spataro, Alfredo Dodaro, Francesco Cito, Antonio Ruffolo e Francesco Luberto – per alcuni, godere della fiducia può significare venir meno agli adempimenti contrattuali e al principio di buona fede negli appalti. Riguardo ai lavori di Via Petrarca/Fontana dei 13 Canali, infine, attendiamo dall’Amministrazione informative attendibili, considerato che, a quanto pare, dopo avere speso per lavori un importo di 350.000 euro, nessuno vuole attestare la sussistenza delle condizioni di sicurezza per la fruibilità del tratto di strada su cui continua ad insistere la configurazione di traffico a senso unico alternato governato da semafori, con tutti i disagi che comporta. Ma questa è un’altra storia». In apertura di articolo l’intervista a Francesco Caruso.