giovedì,Maggio 30 2024

Cosenza, infondate le accuse di lesioni contestate a un ginecologo

Il medico Carbone, insieme ad altri operatori del reparto dell'Annunziata, era finito nel mirino della procura per aver procurato un problema fisico a un bambino dopo le manovre fatte nel corso del parto naturale. Ma le difese hanno dimostrato l'esatto contrario

Cosenza, infondate le accuse di lesioni contestate a un ginecologo

Il gip del tribunale di Cosenza Letizia Benigno ha archiviato il procedimento penale aperto dalla procura di Cosenza nei confronti di un ginecologo in servizio presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Annunziata.

La fase del travaglio

Il medico inizialmente finito sotto la lente investigativa era Francesco Carbone, il quale era stato denunciato da una paziente per lesioni personali colpose relative a un problema fisico alla spalla diagnosticato al figlio dopo il parto. Secondo la denunciante, il ginecologo Carbone non avrebbe operato nel modo giusto ma in realtà la difesa della persona sottoposta ad indagine, oggi sepolte, ha dimostrato che sarebbe stata la signora a non voler collaborare durante la fase del travaglio.

No al parto cesareo

Secondo quanto riscontrato dall’avvocato Elvira Domanico, il parto cesareo non doveva essere fatto in quanto ci sarebbero state tutte le condizioni affinché il neonato nascesse con parto naturale, consigliato dal ginecologo Carbone sulla base degli elementi emersi durante una prima visita di controllo effettuata in pronto soccorso ginecologico. Le indagini inoltre non hanno fatto emergere alcuna responsabilità penale anche nei riguardi di Gemma De Bonis, Rosamaria Oppedisano e Carmen Cosco. D’altronde, hanno fatto emergere le difese, anche la perizia aveva illustrato le buone condotte degli indagati.

Il protocollo da seguire

Chiudendo il caso, il gip Benigno scrive: «Sulla scorta delle linee guida, non vi erano concrete indicazioni all’espletamento del parto cesareo», in quanto «il diabete pregestazionale e gestazionale non rappresenta di per sé una indicazione al taglio cesareo». Infine le manovre utilizzate dall’ostetrica e dal ginecologo, ha fatto rilevare il gip, «hanno consentito l’espulsione del feto e la sopravvivenza del bambino».

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