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Se è la lana a non far prevalere l’Inferno. Andrea Apollonio presenta il suo romanzo a Cosenza

Il pubblico ministero, in servizio presso la procura di Patti, ha parlato del libro "L'inferno non prevarrà", rispondendo alle domande del giornalista di Lacnews24, Franco Laratta

Se è la lana a non far prevalere l’Inferno. Andrea Apollonio presenta il suo romanzo a Cosenza

di Donatella Bruni

La differenza, tra l’inferno della mafia e la normalità del nostro quotidiano, potrebbe essere rappresentata figurativamente con una sciarpa verde in lana. Verde, come il colore della speranza; in lana, per le proprietà della fibra, isolante e traspirante.

A illustrare questa metafora è stato il magistrato Andrea Apollonio. Con queste parole ha concluso la presentazione del suo romanzo L’Inferno non prevarrà, pubblicato per i tipi di Rubettino Editore.

L’evento si è tenuto a Cosenza, nella cornice di Palazzo Grisolia, il pomeriggio del 21 maggio. Oltre all’autore, erano presenti l’ex procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini, oggi alla procura generale di Catanzaro, il moderatore della serata e giornalista di Lacnews24, Franco Laratta, e il professore di materie economiche Peppino De Rose. Il libro di Andrea Apollonio L’inferno non prevarrà racconta le vicende del magistrato Salvatori, alle prese con un’indagine sulla mafia dei campi: si tratta della mafia che ha interesse a gestire terreni agricoli, alle pendici dei monti Nebrodi in Sicilia, per richiedere fondi europei e arricchirsi illecitamente.

La data di presentazione del romanzo di Andrea Apollonio sulla mafia non è casuale: è vicina al 23 maggio, giornata della legalità e anniversario della strage di Capaci, nella quale perì il giudice Giovanni Falcone. Le circostanze che portarono al tragico epilogo della carriera del magistrato palermitano ci appaiono, oggi, lontane. Qualcosa è effettivamente cambiato. La mafia ha parzialmente modificato, con il passare degli anni, la sua essenza: la vocazione stragista ha lasciato il posto ai contatti con i cosiddetti colletti bianchi e alle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni. Si è assistito, in questo modo, alla nascita della borghesia mafiosa (così definita da Apollonio). che sostiene la mafia e che diventa, a sua volta, mafia. Secondo l’analisi del magistrato, i profitti delle mafie sono persino aumentati, in termini economici, nel perpetrare questo tipo di azioni.

Quali possono essere le prospettive di cambiamento, nel rapporto tra Stato e Mafia? Il procuratore Manzini ha sottolineato l’importanza del ruolo dello Stato e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di sviluppare un impianto normativo, da sostenere a tutela delle amministrazioni. La questione è di ordine culturale e sociale: occorre eradicare i comportamenti omertosi.

Il professor Peppino De Rose, convinto europeista, ha sostenuto l’importanza di una corretta comprensione del ruolo delle istituzioni europee. L’Unione Europea non è un mero bancomat, da cui attingere sovvenzioni a fondo perduto, ma una realtà organizzativa nella quale il nostro Paese deve collocarsi sullo stesso piano di Germania e Francia, nazioni più solerti nel portare a termine compiti assegnati. Le istituzioni europee, secondo De Rose, sono portatrici di valori scevri dalle contaminazioni del compromesso.

Il pubblico presente ha sollecitato l’attenzione dei moderatori sul rapporto tra giovani, legalità ed Europa. Apollonio, Manzini e De Rose hanno convenuto sull’idea che le nuove generazioni necessitino di un sostegno morale, per individuare il discrimine tra la legalità e l’illegalità. “La gioventù del romanzo, come è stata definita, vive in un sistema non allineato alla capacità di costruire qualcosa di legale”.

Sotto questa veste si può allora ravvisare l’intento escatologico del romanzo, a detta dello stesso autore. L’inferno non prevarrà, eppure è dura tenere testa al malaffare che pervade l’ambiente agricolo, nella fattispecie della narrazione. Solo un Salvatori (cognome del protagonista) può redimerci.

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