domenica,Giugno 16 2024

Cosenza al South Italy Fashion Week ospite lo scrittore Carmine Abate

La kermesse ha omaggiato la cultura arbereshe ospitando lo scrittore che ha presentato "Il ballo tondo"

Cosenza al South Italy Fashion Week ospite lo scrittore Carmine Abate


Un viaggio attraverso le parole, quelle che raccontano una vita e mettono in connessione infinite storie. Le parole che cambiano forma e suono, che sono scrigni preziosi di significati. Parole da custodire gelosamente per salvaguardare un patrimonio, quello Arbëreshë, a partire dalla sua preziosa lingua. Un viaggio che prosegue con le immagini, scatti che sono finestre spalancate sulle trame d’oro e sui colori vividi degli abiti tradizionali, indossati in una quotidianità che appare straordinaria nella sua normalità. Al centro di questo viaggio, la figura femminile.

Femminile come la lingua che è madre. Come le madri, guida e faro delle famiglie. Come le giovani artiste e imprenditrici impegnate con orgoglio e ostinazione a lavorare per il riscatto della loro terra. Incontro carico di spunti di riflessione quello che si è svolto mercoledì nella sede di Moema Academy, incasellato nel cartellone di South Italy Fashion Week, la manifestazione giunta quest’anno alla sua ottava edizione e inserita nel cartellone nazionale di Confartigianato, la cui ideazione e direzione artistica è di Giada Falcone.

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Ospite dell’incontro, lo scrittore Carmine Abate che ha guidato il numeroso pubblico presente all’incontro attraverso l’affascinante racconto della sua vita a partire da uno dei suoi libri di maggior successo, “Il Ballo Tondo”. Insieme a lui, oltre a Giada Falcone, Giuliana Furrer, Presidente del Movimento Donne Impresa Confartigianato Calabria, Grazia Beatrice Posteraro, che ha realizzato la suggestiva esposizione fotografica con abiti Arbereshe, “Echi del passato” che è possibile ammirare nei locali della Moema Academy e Antonietta Cozza, consigliera comunale e delegata del sindaco per il settore cultura.

“South ItalyFashion Week” è un contenitore capace di mettere in relazione la moda alle altri arti – ha detto Giada Falcone – e siamo orgogliosi di aver creato occasioni di riflessione e dibattito anche intorno alla letteratura. Siamo impegnati a stimolare la curiosità delle allieve dell’accademia, a creare opportunità di crescita e formazione perché crediamo nella forza della contaminazione tra culture e in questa direzione l’incontro con Carmine Abate rappresenta una grande opportunità”.

Abate ha parlato della sua infanzia in Calabria, a Carfizzi e poi della suo percorso di emigrazione, del continuo cercare per sé una collocazione che ha infine trovato in Trentino, dove attualmente vive. “A un certo punto ho capito – ha detto – che l’emigrazione è negli occhi degli altri. Non sei tu che ti senti emigrante”. Arbëreshë, “germanese”, trentino. “Chi sono io? Mi chiedevo. La risposta è che io sono una sintesi di queste definizioni. Non sono uno sradicato – ha raccontato – ma ho più radici. Le radici più profonde sono quelle della tua lingua madre, ma nei posti in cui ho vissuto sono spuntate nuove radici, non meno importanti nonostante non siano radicate nel terreno”.

Dalle sue parole traspare un profondo amore per la sua terra, per la sua “lingua madre”, per i ricordi della sua stagione calabrese, custoditi con cura. “Se non fossi nato in un paese Arbëreshë non sarei diventato uno scrittore”. E a proposito della lingua come fonte di ispirazione dei suoi libri, “le parole – ha aggiunto – sono esche vive, le lancio nel mare della mia memoria e tirano fuori le storie. Il ballo tondo è una metafora del cerchio della vita, quel bambino di cui parla il libro sono io, il lettore deve solo seguirlo, vederlo crescere e diventare un raccoglitore di rapsodie”.

Parole cariche di tenerezza e commozione che hanno animato il dibattito e che sono in linea con il percorso portato avanti dal Confagricoltura Calabria. “Il nostro è uno sguardo attento sulla tutela del territorio – ha spiegato Giuliana Furrer – tutto ciò che è promozione di cultura, storia, identità diventa essenziale per costruire i contenuti delle arti manuali che traggono ispirazioni da ciò che abbiamo intorno. Incontri come questo appassionano e arricchiscono il nostro bagaglio di conoscenze – ha detto – che viene poi trasferito nelle produzioni artigianali”.

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