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Camigliatello, per la questione dell’altare in legno i fedeli scrivono a monsignor Checchinato

Nessun aggiornamento è giunto su una questione che sta coinvolgendo la piccola comunità silana

Camigliatello, per la questione dell’altare in legno i fedeli scrivono a monsignor Checchinato

In una lettera all’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano Giovanni Checchinato, il Gruppo pro conservazione altare ligneo di Camigliatello, solleva ancora una questione che gli sta molto a cuore.

«Ci permettiamo di scriverLe nuovamente – dicono in una nota – in merito alla questione dell’altare della chiesa di Camigliatello. Nell’incontro del maggio 2023, da noi richiesto e da Lei cortesemente organizzato qui in parrocchia a Camigliatello, motivammo la nostra fermezza nel voler mantenere l’altare in legno, e considerato che il coinvolgimento dei fedeli è importante per garantire che il cambiamento risponda anche alle loro esigenze spirituali e pastorali, fu comunicata l’intenzione di accogliere questa “preghiera”, intenzione che si sarebbe concretizzata con la riproposizione di un progetto di adeguamento liturgico che avrebbe previsto la conservazione dell’altare, e non più l’alienazione o lo spostamento in altro luogo. A distanza di un anno, non abbiamo però ricevuto alcuna comunicazione in merito, vorremmo quindi sapere se ci sono stati sviluppi riguardo a tale progetto e quale sia la situazione attuale dell’altare.

Le sarà ormai chiaro che la conservazione di questo elemento di grande valore storico e spirituale è molto importante per la nostra comunità, e siamo ansiosi di conoscere i progressi fatti in tal senso. Desideriamo inoltre informarLa che il gruppo per la conservazione dell’altare si è proposto, a proprie spese, di effettuare un trattamento di conservazione dell’altare in legno, al fine di bloccare eventuali processi che potrebbero danneggiarlo. Ci duole dirlo ma anche questa richiesta non ha trovato ad oggi accoglimento, né tantomeno ci è stata data una risposta a riguardo.

Riteniamo ancora opportuno sottolineare che il desiderio di conservare l’altare non vuole e non deve in nessun caso provocare divisioni all’interno della comunità, il reciproco rispetto delle idee è un valore imprescindibile, e che nessuno vuole mettere in discussione l’operato del parroco, ne tanto meno sminuire il suo impegno per il territorio. Viviamo in tempi in cui molte persone tendono ad allontanarsi dalla Chiesa, e riteniamo che anche attraverso l’accoglimento di queste piccole cose, si possa ritrovare un modo per avvicinare la gente a Dio, quel Dio che ascolta ed accoglie, Un dialogo aperto con la comunità può certamente facilitare l’accettazione e il successo delle modifiche proposte, mantenendo un clima di armonia e cooperazione un atto di forza o di imposizione non gioverebbe invece alla causa. Conservare l’altare non è solo una questione di preservazione di un patrimonio artistico, ma anche un’opportunità per mantenere vivi i legami spirituali e comunitari che ci uniscono».

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