venerdì,Marzo 29 2024

Macalli è chiaro: “I gironi? Chi vuole giocare vicino casa vada in D”

Il presidente della Lega Pro ha parlato a 360° in maniera dura come suo costume. “Ribadisco che non tollereremo niente e i ripescaggi saranno a pagamento”. Il presidente della Lega Pro Macalli Il presidente Macalli ha avuto parole dure nei confronti della crisi in cui versano numerose società di Lega Pro, puntando l’indice contro le

Il presidente della Lega Pro ha parlato a 360° in maniera dura come suo costume. “Ribadisco che non tollereremo niente e i ripescaggi saranno a pagamento”.

macalli

Il presidente della Lega Pro Macalli

Il presidente Macalli ha avuto parole dure nei confronti della crisi in cui versano numerose società di Lega Pro, puntando l’indice contro le spese folli e ricordando che “bisogna spendere per quello che si ha”. Inoltre Macalli parla delle fidejussioni per i ripescaggi come di “regali di Natale” fatti alle società che possono così concorrere a partecipare a campionati non conquistati sul campo. Infine il presidente della Lega Pro non vuole sentir parlare ancora di suddivisione dei gironi, dato che non si conosce il numero esatto delle squadre che vi parteciperanno, ma anche qui avvisa: “La Lega Pro è un campionato nazionale, non regionale: se uno vuole giocare vicino a casa, deve andare nei Dilettanti”. Questa l’intervista completa  tratta da tuttolegapro.com.
Presidente, cosa ci può dire riguardo all’attuale situazione di molti club di Lega Pro che – con l’approssimarsi delle scadenze relative all’iscrizione al prossimo campionato – paiono sempre più in serie difficoltà?
“Io credo che le problematiche relative ai club non siano limitate alla Lega Pro, ma molto estese in tutte le categorie a cominciare dalla Serie B a scendere fino ai Dilettanti. Addirittura in quest’ultima categoria, in parecchie zone dove esistono più realtà, si fondono in una sola. Il mondo del calcio – per chi lo scopre adesso – è fatto così, ma noi queste cose le diciamo da tempo: c’è una crisi irreversibile. Si è fatto poco per sistemare questa situazione: ci sono le imprese in crisi, c’è la finanza in crisi e quindi se c’è necessità di tagliare dei rami, si tagliano quelli secchi, non quelli produttivi. E il calcio non produce reddito: il calcio produce perdite a valanga. Il problema sta nel fatto che la gente non può più permettersi di mettere nel calcio centinaia di milioni di euro e quindi abbiamo questa crisi e questa preoccupazione che molte squadre non riescano a rispettare quello che la norma prevede. D’altra parte era abbastanza prevedibile, quando si fanno delle cose strane… Bisogna spendere per quello che si ha. Noi sotto questo profilo sappiamo perfettamente quello che abbiamo fatto perché siamo una Lega molto pragmatica – forse l’unica – e abbiamo ragione un’altra volta. Dobbiamo pensare alle società e vedremo cosa succederà”.
Per quanto riguarda i ripescaggi sono state fissate delle fidejussioni non indifferenti. Lei però era scettico riguardo alle possibilità di ripescaggio…
“Abolire i ripescaggi non si può. L’anno scorso sono andato in rotta di collisione perché io li ho voluti. Quando si abolisce qualcosa significa cambiare il format del campionato e per regola bisogna dirlo entro il 30 giugno di un anno prima: per cui al massimo lo si può fare quest’anno per la stagione non prossima, ma quella dopo ancora. Adesso i ripescaggi è giusto vengano fatti perché la regola lo prevede. Certamente fino a ieri sono stati regalati, mentre non c’è un diritto del ripescaggio: hanno diritto solo quelli che metteranno le somme previste. E posso dire che sarà comunque ‘un regalo di Natale’ perché chi viene in Seconda Divisione mette 200.000 euro a fondo perduto e vince un campionato praticamente. Chi viene in Prima Divisione mette 400.000 euro, quando per vincere il campionato si spendono cifre anche di 10 milioni di euro e poi non si vince. Sono ‘regali di Natale’. Se qualcuno si lamenta, sappia che non è obbligato a chiedere il ripescaggio: se ne stia nella categoria che il campo le ha assegnato. Quindi si può benissimo decidere di non concorrervi, mettere giù la testa e cercare di vincere sul campo”.
Come potrebbe essere la suddivisione dei gironi per il prossimo campionato?
“Non si può parlare certo ora di suddivisione dei gironi: non conosciamo l’organico, non sappiamo quante squadre vi parteciperanno. E poi io non capisco una cosa: il problema dei gironi c’è solo da noi. In Serie B c’è un problema sulla composizione dei gironi? No! Io dico che se fosse necessario andare a giocare in Africa, si andrebbe in Africa: che problemi ci sarebbero? Bisogna informare la gente, non disinformarla. Quando un presidente si lamenta perché fa una trasferta significa che sta prendendo per il naso tutti. I costi di locomozione per le trasferte in un bilancio incidono solo per l’1,50%. E allora andiamo a leggere i bilanci delle società: che prendano un brocco di meno e vadano a giocare ad Algeri tutte le domeniche. La Lega Pro è un campionato nazionale, non regionale: se uno vuole giocare vicino a casa, va nei Dilettanti”.
E il problema degli stadi? E’ risaputo che molti impianti di Lega Pro difficilmente saranno ritenuti a norma…
“Ci sono delle regole: chi le rispetterà, otterrà la licenza da parte della FIGC; chi non le rispetterà, non otterrà la licenza, quindi non giocherà il campionato. Basta leggere i comunicati: ci sono delle norme e uno deve rispettarle, altrimenti che cambi mestiere”.
E’ anche vero che spesso si cercano delle scappatoie che permettano di aggirare le norme…
“Vedrete che tutto verrà rispettato perché da noi le norme si rispettano”.
E anche la Tessera del Tifoso è una delle norme previste per questa stagione.
“Se seguiamo i banditi non andiamo da nessuna parte! Anche qui ci sono solo polemiche sterili. Chi non la vuole fare, non la farà. Ma per fare l’abbonamento ci vorrà la Tessera del Tifoso: lo dice la legge dello Stato, non la FIGC o la Lega. Cominciamo in Italia a rispettare le regole dello Stato: se ad una persona non piace, non farà l’abbonamento ed ogni domenica andrà a comprarsi il biglietto. Andrà in trasferta – perché ci potrà andare – ma non avrà accesso alla curva. Non creiamo problemi, dove non esistono. Noi non seguiamo la parte marcia del calcio: seguiamo la parte buona”.