giovedì,Maggio 16 2024

Inchiesta “Calabria Verde”, indagate nove persone. C’è anche il capo di Gabinetto di Olivero

Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla ha disposto un’attività d’indagine che interessa anche un ex direttore generale e un attuale dirigente di Calabria Verde, nonché un’azienda boschiva. Impegnate 60 unità del Corpo Forestale dello Stato Il Corpo Forestale dello Stato, su disposizione del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, ha effettuato sei perquisizioni in

Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla ha disposto un’attività d’indagine che interessa anche un ex direttore generale e un attuale dirigente di Calabria Verde, nonché un’azienda boschiva. Impegnate 60 unità del Corpo Forestale dello Stato

Il Corpo Forestale dello Stato, su disposizione del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, ha effettuato sei perquisizioni in abitazioni ed uffici di diversi dirigenti e consulenti di Calabria Verde. Nello specifico, i soggetti interessati dall’attività in corso sono l’ex direttore generale di Calabria Verde Paolo Frugiuele, un attuale dirigente Antonietta Caruso, una ditta boschiva il cui legale rappresentante è Marino De Luca, il capo struttura del Dipartimento regionale dell’Agricoltura Mario Caligiuri, l’ufficio del capo di gabinetto del Governatore Oliverio Gaetano Pignanelli, Aurelio Pio Del Giudice, Ivo Filippelli, Leandro Savio e Gennarino Magnone. Le perquisizioni sono state eseguite a Cosenza, San Giovanni in Fiore, Luzzi, Amantea, Belmonte e Catanzaro. Sono 60 le unità del Corpo Forestale dello Stato che sono impegnate nell’operazione. L’ipotesi di reato a carico dei nove indagati è truffa aggravata in concorso ai danni dello Stato. L’inchiesta riguarda il rilascio di una concessione per lo sfruttamento di un bosco di 1.300 ettari a Bocchigliero senza procedura di evidenza pubblica. In particolare, secondo quanto ipotizza il sostituto procuratore Angela Cantinisio, gli indagati avrebbero attestato falsamente la quantità di legna presente nella località al fine di eludere l’obbligo dell’evidenza pubblica, inducendo l’ente strumentale della regione a rilasciare in via diretta le consessioni alla ditta di Marino De Luca, pure indagato, che avrebbe ricavato una quantita’ di legname, pari a 80mila euro, maggiore di quella attestata. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato, dalle indagini sarebbe emersa «l’ampia discrasia» fra la quantità di legname prelevata effettivamente dalla ditta e quella attestata come prelevabile da un altro indagato, l’agrotecnico Gennarino Magnone. Altre irregolarità sarebbero emerse in ordine alla mancata verifica, da parte di Calabria Verde, dei quantitativi di legname effettivamente prelevati. Pignanelli e Caligiuri, secondo quanto contestato dalla Procura, si sarebbero interessati al rilascio delle concessioni a De Luca. Le indagini avrebbero anche evidenziato che, in seguito al sequestro dell’area interessata, avvenuta nel marzo scorso, il custode giudiziario del bosco, Antonietta Caruso avrebbe «fortemente preteso di poter scegliere guardie giurate di sua fiducia e ciò verosimilmente al fine di poter gestire le indennità e i rimborsi relativamente ai terreni indicati». (a. a.)

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