mercoledì,Maggio 15 2024

Amantea, la Dda sequestra 9 milioni di euro a Franco La Rupa

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria/g.i.c.o. di Catanzaro, d’intesa con la Dda guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, hanno eseguito quattro distinti provvedimenti riguardanti Franco La Rupa, da anni protagonista della politica locale di Amantea. La Rupa ha raggiunto l’apice della sua carriera politica nel 2005, allorquando è stato eletto consigliere regionale nella lista dell’Udeur,

Amantea, la Dda sequestra 9 milioni di euro a Franco La Rupa

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria/g.i.c.o. di Catanzaro, d’intesa con la Dda guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, hanno eseguito quattro distinti provvedimenti riguardanti Franco La Rupa, da anni protagonista della politica locale di Amantea.

La Rupa ha raggiunto l’apice della sua carriera politica nel 2005, allorquando è stato eletto consigliere regionale nella lista dell’Udeur, cessando dalla carica nel 2010, al termine della legislatura.

Prima ancora di ricoprire incarichi politici a livello regionale, già nel lontano 1992, era stato eletto consigliere comunale di Amantea, rivestendo poi, nell’arco di quindici anni, più volte la carica di assessore (lavori pubblici, personale, bilancio, turismo, sanità, commercio e pubblica istruzione) e successivamente di vicesindaco, fino a diventare primo cittadino, eletto per tre volte consecutive.

Nel 1995, inoltre, era stato eletto anche consigliere provinciale nelle file del Ccd. Proprio a causa delle modalità della sua elezione a consigliere regionale fu coinvolto nelle note operazioni di polizia denominate “Nepetia” e “Omnia”, laddove gli fu contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

Per l’operazione “Omnia” è stato condannato in via definitiva per violazione dell’art. 416 ter c.p. vecchia formulazione a tre anni di reclusione per voto di scambio con appartenenti alla cosca Forastefano di Cassano allo Ionio, mentre per l’operazione “Nepetia” è stato assolto perché il fatto non era previsto dalla legge come reato ovvero difettava la prova che i voti fossero stati procacciati con l’utilizzo dei metodi tipici dell’operare mafioso. »Pur tuttavia, la stessa sentenza di assoluzione diede atto dell’esistenza di rapporti diretti tra La Rupa e la cosca Gentile di Amantea» recita la nota della Dda di Catanzaro.

Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori delle fiamme gialle hanno consentito di ricostruire in capo a Franco La Rupa un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Tra i beni in sequestro figura il 50% della struttura immobiliare in precedenza adibita alla casa di cura “Papa Giovanni XXIII” di Serra D’Aiello.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche una lussuosa villa ubicata ad Amantea, un bar situato anch’esso ad Amantea nei pressi del polo scolastico, una grossa azienda agricola con sede a Cleto, undici fabbricati dislocati ad Amantea ed altri due a Cleto, trentadue terreni agricoli tutti siti nel comprensorio di Cleto, tre autoveicoli di cui uno di lusso, due polizze assicurative e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato in oltre nove milioni di euro.

ALTRI PROVVEDIMENTI. Gli altri provvedimenti di sequestro di beni ha riguardato anche Luigi Trovato, «contiguo alla cosca Giampà d Lamezia Terme», Domenico Origlia di Guardavate e Francesco Mallamace di Vibo Valentia, Nino Cerra e Teresina Cerra, esponenti di spicco della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” di Lamezia Terme.

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