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Occhiuto indagato per bancarotta: «Ofin lasciata nel 2011, chiarirò tutto»

Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto è indagato per il reato di bancarotta fraudolenta. La polizia giudiziaria stamane gli ha notificato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari. Nuova grana giudiziaria per il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto dopo l’inchiesta della Regione Calabria condotta dalla procura di Catanzaro. Il primo cittadino, stavolta, è accusato di bancarotta

Occhiuto indagato per bancarotta: «Ofin lasciata nel 2011, chiarirò tutto»

Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto è indagato per il reato di bancarotta fraudolenta. La polizia giudiziaria stamane gli ha notificato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari.

Nuova grana giudiziaria per il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto dopo l’inchiesta della Regione Calabria condotta dalla procura di Catanzaro. Il primo cittadino, stavolta, è accusato di bancarotta fraudolenta riguardo alla società Ofin, di cui lui era rappresentante legale.

Stamane i magistrati della procura di Cosenza, che contestano un buco di tre milioni di euro, gli hanno notificato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari. La Ofin, società finanziaria, è fallita nel 2014, ma i fatti contestati a Mario Occhiuto risalgono al 2008 e al 2009. Risultano indagati anche Carmine Potestio, ex capo di Gabinetto del Comune di Cosenza, e Annunziata Occhiuto, sorella del sindaco.

Occhiuto si difende

Nel pomeriggio arriva la nota stampa del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. «Mi è stato notificato questa mattina un avviso di conclusione indagini per fatti che risalgono al 2006 e fino al 2011, relativi a una società, la Ofin srl, fallita nel 2014, di cui ho fatto parte come amministratore delegato» scrive il primo cittadino.

«Tengo a precisare che si tratta di una società che ho lasciato non appena diventato sindaco, come tutte le altre in cui ero presente prima dell’elezione al Comune di Cosenza. Non ho ancora avuto modo di visionare gli atti e con il mio legale di fiducia provvederò a fornire i chiarimenti del caso» prosegue l’architetto.

«Appare strano comunque che la notizia della vicenda sia stata diffusa così velocemente da arrivare quasi prima alla stampa che al sottoscritto, sebbene pare che sia stato un esponente politico attualmente al potere ad avere premura di diffonderla immediatamente contattando finanche le televisioni nazionali. Ma posso dire di sentirmi sereno perché dalle ipotesi di accusa sono fatti di cui posso dimostrare una condotta legittima».

Sereno, ma perplesso

«Sono sereno, però resto perplesso, visto che dallo scorso 13 aprile, quando a Lamezia ho annunciato la mia candidatura a governatore della Calabria, ho ricevuto alcune notifiche giudiziarie, una dietro l’altra. Sarà una coincidenza, ma la mia perplessità riguarda la tempistica. Continuerò ad andare avanti tranquillo per la mia strada, con la coscienza a posto e difendendomi nelle sedi opportune, consapevole di avere sempre lavorato nel rispetto delle regole, ispirato a principi di onestà e di bontà. Non posso non rilevare, tuttavia, il rammarico di vivere determinate circostanze in un periodo difficile caratterizzato da movimenti che istigano all’odio e alla gogna mediatica».

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