venerdì,Aprile 19 2024

La figuraccia del commissario Cotticelli: «Il piano Covid dovevo farlo io»

Il commissario Cotticelli fa una pessima figuraccia a "Titolo V". «Il ministero mi ha detto che il piano Covd toccava a me, ora lo faccio...».

La figuraccia del commissario Cotticelli: «Il piano Covid dovevo farlo io»

“Titolo V” sgancia la bomba: il programma in onda su Rai3, con un servizio del giornalista Walter Molino, ha intervistato il commissario della sanità calabrese, Saverio Cotticelli. Clamoroso quanto dichiarato da quest’ultimo: «Chi doveva fare il piano? Ho chiesto parere al ministero, vado a prendere il foglio». All’improvviso, l’amara verità: «Dovevo farlo io, mi hanno risposto». Incredibile.

LE PAROLE DEL COMMISSARIO

Una notizia che ha dell’assurdo, anche considerando come Cotticelli aveva iniziato l’intervista: «Non lo so perché la Calabria è zona rossa, i numeri non dicono questo. Oggi non sarebbe dovuto essere così, ma io non sono il responsabile del piano Covid». E poi continua: «C’erano due regioni commissariate, per le quali hanno dato il mandato alla giunta». Ma come mai, in dieci anni, non c’è stata capacità di rientrare dal disavanzo di 160 milioni di euro? «Nel 2019 hanno portato un debito – risponde ancora il commissario – che era rimasto nascosto, dal 2014, di 110 milioni di euro: ho chiesto l’intervento della guardia di Finanza, ma non hanno fatto nulla». 

L’INCREDIBILE RIVELAZIONE

Alla fine, Molino incalza sulla mancanza di un piano Covid: «Ho chiesto, a giugno, chi dovesse essere a preparare questo piano Covid. Il Ministero mi ha risposto il 27 ottobre scorso». Detto questo, Cotticelli si alza e prende il documento inviatogli da Roma. Nel leggerlo, la sorpresa è palese. Il giornalista continua: «Chi doveva fare ‘sto piano?». Un attimo di silenzio, poi la rivelazione: «Il piano dovevo farlo io. Nelle regioni commissariate – prende a leggere – il potere e dovere di adottare il piano Covid è dovuto al commissario». E poi, subito: «Il piano sarà pronto la prossima settimana», anche se sembra una risposta un po’ affrettata. Seguita anche da un laconico: «Domani mattina mi cacciano».

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