sabato,Maggio 18 2024

Rende, 30enne assolto dall’accusa di violenza sessuale: la sentenza

Nel luglio del 2017, un 30enne di Rende era stato arrestato per violenza sessuale. Tre anni dopo questa accusa si è rivelata infondata. Confermata invece la condanna per stalking.

Rende, 30enne assolto dall’accusa di violenza sessuale: la sentenza

Una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro nella giornata di ieri ha assolto perché il fatto non sussiste, Andrea Aldo D’Ambrosio, 30enne di Rende, accusato (originariamente) dalla procura di Cosenza dei reati di violenza sessuale, stalking e danneggiamento.

La storia giudiziaria risale al luglio del 2017, quando gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, che avevano condotto le indagini, eseguono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 30enne, su disposizione del gip del tribunale di Cosenza, ritenendo che l’indagato avesse violentato la sua fidanzata davanti al cancello di casa della vittima. Condotte ritenute molto pesanti da parte della magistratura, la quale accusava lo stesso di aver perpetrato atti persecutori nei confronti della sua ex compagna, dopo la fine della loro relazione sentimentale, danneggiandole anche il telefonino.

Dal processo di primo grado alla Cassazione

Nel corso del processo di primo grado, svoltosi con il rito abbreviato, Andrea Aldo D’Ambrosio era stato condannato a oltre 3 anni di carcere per tutti i reati, sentenza poi confermata anche dalla prima sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. L’avvocato Amelia Ferrari, difensore dell’imputato, aveva presentato ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza di condanna.

La tesi difensiva, infatti, si basava sul fatto che quella sera non ci fu alcuna violenza sessuale, in quanto la persona offesa, rispetto alla denuncia presentata in Questura, non si era recata dai sanitari per un controllo vaginale, viste le presunte modalità di tipo sessuale descritte dalla stessa agli investigatori. Inoltre, la difesa sosteneva che la vittima davanti alla psicologa aveva affermato in realtà che la violenza sessuale fu solo tentata e non consumata. Una pesante discrasia che ha fatto traballare il narrato accusatorio limitatamente a questa fattispecie di reato.

L’assoluzione per il reato più grave

Tutti questi elementi, dunque, hanno portato la Cassazione ad annullare la sentenza relativamente al capo d’accusa della violenza sessuale. Ieri l’udienza, nel corso della quale la procura generale aveva chiesto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, e la sentenza. D’Ambrosio è stato assolto dall’accusa più grave, così la Corte d’Appello (presidente Fabrizio Cosentino; a latere Abigail Mellace e Domenico Commodaro) ha rideterminato la pena a 2 anni di carcere concedendo all’imputato la sospensione condizionale della pena.

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