Cosenza a testa alta davanti a Galliani, Boban, Vieri e Balotelli
Il Cosenza tiene testa al cospetto di molti rappresentanti della scala del calcio, nonostante l’assenza del suo caloroso pubblico.
Dai campi di terra calpestati negli anni bui della serie D e poi della Lega Pro, se ne è fatta di strada e si è giunti oggi a confrontarsi con società blasonate come il Monza, guidato dal patron Silvio Berlusconi e da Adriano Galliani, uomini che hanno indubbiamente fatto la storia di quello che per anni è stato l’invincibile Milan. Ma i rossoblù, con grinta e determinazione, hanno detto la loro al cospetto di uomini che hanno rappresentato negli anni la “scala del calcio”.
Monza e Cosenza di nuovo di fronte dopo moltissimi anni e non è una partita qualsiasi. E’ la partita degli ex: tra tutti Filippo Antonelli, ds del Monza e ex calciatore rossoblù proprio in quegli ultimi due anni in cui il Cosenza militava nella serie cadetta, prima del triste epilogo giudiziario noto ai più e che ha lasciato il Cosenza lontano dai riflettori che contano per 15 lunghi anni fino al giugno del 2018. Monza-Cosenza è anche l’ultima partita di Donato Bergamini, per tutti Denis. Era il 12 novembre 1989 e al “Brianteo” finì 1-1. Denis sarebbe scomparso solo 7 giorni dopo e sulla sua morte regna ancora un alone di mistero.
Ma veniamo a oggi e a quanto è andato in scena al Brianteo in un clima gelido, seppur un tiepido sole ha provato a scaldare i pochi spettatori, prevalentemente giornalisti e addetti ai lavori in osservanza del DPCM contro la diffusione del Covid-19.
In tribuna spiccano i big del Monza. Adriano Galliani accompagnato dall’ex Milan Boban e dall’ex Inter Christian Vieri, grande amico del mister Brocchi, non perde una partita del Monza. Pomeriggio amaro per i big del calcio, che si aspettavano indubbiamente un altro risultato, ma il Cosenza ancora una volta dimostra di non temere le avversarie blasonate. Presente in tribuna anche la punta di diamante del Monza, Mario Balotelli, assente in campo per un risentimento muscolare. Per la compagine rosso-blu in tribuna c’è il patron Guarascio accompagnato dal DS Trinchera.
Il Monza subito in vantaggio con Barillà prova a spaventare i lupi, che non si lasciano schiacciare e sprecano un’occasione al ventesimo. Ma è proprio nel momento migliore del Cosenza che arriva il raddoppio del Monza. La formazione rosso-blu accusa il colpo e reagisce, rientrando in partita al 40’ minuto grazie all’autogol di Paletta originato da un calcio piazzato di Baez. Nell’intervallo si respira aria di serie A e nella sala da the a disposizione della stampa si sogna la promozione. “Spero di vedere il Monza in A prima di morire”, afferma un anziano signore.
In avvio di ripresa esce l’ex Gliozzi per il nuovo arrivato Tremolada che non delude e sigla il gol del pari. In tutti i novanta minuti il Cosenza resta in partita senza, soprattutto, soffrire la pressione psicologica dell’avversario. Un sospiro di sollievo per la formazione di mister Occhiuzzi, che al momento del pari esulta in un grande abbraccio liberatorio, segno di uno spogliatoio unito, nonostante tutto. Un buon Cosenza, che ha saputo tenere testa a quella che era fino alla vigilia del match la seconda in classifica e che ha sulla carta ben altre ambizioni e una rosa da altra categoria.
Se non ci fosse stata una pandemia vi avremmo raccontato un’altra storia. Vi avremmo sicuramente raccontato degli spalti del settore ospiti del “Brianteo” colorati di rosso e di blu, dei nove posti, dei treni regionali, pieni dei cosentini che vivono al nord. La Lombardia, in particolare, è terra che da decenni ospita centinaia di calabresi che non perdono occasione per sostenere il club rossoblù fuori casa.
In particolare, a Milano da poco è nato un gruppo di tifo organizzato denominato North Side Wolves, che non perdeva occasione per seguire il Cosenza in trasferta al nord e al centro e avrebbe anche oggi colorato di rosso blu il Brianteo e contribuito a dare calore alla squadra, che mai come adesso ha bisogno di sostegno per centrare l’obiettivo salvezza. I tifosi dimenticati completamente durante la pandemia che stiamo vivendo.
Inevitabile pensare al fenomeno anglosassone dell’azionariato popolare e dei Supporters Trust (istituto di origine anglosassone che consente al tifoso di diventare azionista del club) di cui si parla ancora poco in Italia, ma che mai come adesso sarebbe un tema da affrontare. In un momento storico come quello che stiamo vivendo significherebbe evitare di relegare il tifoso, non più solo in tribuna ma addirittura sul divano completamente estromesso dalla vita del club.
Oggi le società, soprattutto le più piccole, stanno subendo un duro colpo economico, ragion per cui sarebbero ci i presupposti per ripensare la governancesocietaria e includere i tifosi all’interno della compagine. Sarebbe un buon compromesso per, da un lato, uscire da una crisi economica che potrebbe essere fatale per alcune società calcistiche e, dall’altro, consentirebbe al tifoso di diventare parte attiva del club: un piccolo azionista, ma che avrebbe realmente a cuore le sorti della propria squadra. L’esperienza europea ci dice che una struttura di governance imperniata sui tifosi significa ottenere una forte responsabilizzazione degli stessi fino a essere coinvolti nell’assunzione di scelte societarie strategiche e ciò potrebbe segnare una svolta anche nel calcio italiano.