venerdì,Marzo 29 2024

Ex Valle Lao di Scalea: lavoratori alla fame, gli stipendi arretrati aumentano

I lavoratori rivendicano un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Calabria per vedere garantito il reddito ed il livello occupazionale

Ex Valle Lao di Scalea: lavoratori alla fame, gli stipendi arretrati aumentano

«Tra una decina di giorni le mensilità arretrate dei lavoratori del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao saranno 9 (nove). Le famiglie dei dipendenti consortili con tale ritardo, sono ormai alla fame e mortificati nella dignità di lavoratori e di uomini». È quanto si legge in una nota dei lavoratori del consorzio di bonifica con sede a Scalea. «Il perdurare di questa situazione non è più sostenibile. Occorre trovare, soluzioni che assicurino prospettive certe ai lavoratori di un comparto che è strategico per la Regione che vede nell’agricoltura la sua principale opportunità di sviluppo».

Dipendenti stremati e abbandonati

«La riorganizzazione dei Consorzi da parte della Regione Calabria, di cui si parla in questi giorni, non giudicando tali ipotesi e considerando i tempi tecnici per l’attuazione (almeno 6 mesi) non mostra significative soluzioni a breve tempo – si legge ancora nel documento -. E i dipendenti consortili nel frattempo cosa fanno? Come vivono le loro famiglie? I lavoratori rivendicano un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Calabria, in relazione alla necessità di garantire i servizi agli agricoltori ed ai cittadini, ed anche vedere garantito il reddito ed il livello occupazionale. E l’Amministrazione e tutto il Consiglio Consortile cosa fa? Nell’ultima seduta hanno solo nominato il successore del compianto Veltri e hanno partorito la decisione di creare una commissione consiliare, per controllare e a supporto (dicono) del Consiglio. Ovviamente dietro il rimborso spese delle altre 5 persone che la compongono. Per i ritardi dei pagamenti delle mensilità dei dipendenti, neanche una parola».

Situazione insostenibile

«Di tutti i contributi previdenziali non versati – continuo lo sfogo -, neanche una parola. Di tutti i TFR che il consorzio dovrà elargire agli operai forestali tra brevissimo tempo, neanche una parola. E continuando, tutti i sindaci del comprensorio che giornalmente chiedono aiuto al Consorzio per lavori grandi e piccoli, ora dove sono? Lo sanno che se continua questa situazione non ci sarà più nessuno a risolvergli i problemi? E i sindacati? Dove sono? Eh sì, quelli di Scalea non sono saliti sulla copertura per protestare, quindi non hanno diritto di lamentarsi. Insomma che i dipendenti e le loro famiglie ormai vivono sotto la soglia di povertà, indebitati fino alla testa, e che non riescono più a far fronte alle spese di tutti i giorni, non interessa a nessuno».

Servizi garantiti ugualmente

«I lavoratori – si legge a fine missiva – tuttavia continuano ad assicurare, per mero senso di responsabilità ed attaccamento al lavoro, gli importanti servizi consortili, irrigui ed idrici-potabili. È ovvio che non si può continuare così. Ormai le promesse non servono più. I dipendenti del Consorzio fanno sapere che metteranno in atto ogni iniziativa utile per difendere i diritti negati già da troppi mesi, proclamando lo stato di agitazione e chiedendo il coinvolgimento e l’intervento dei sindaci del comprensorio (35 Comuni), dell’Amministrazione Regionale, del Prefetto di Cosenza e delle associazioni di categoria».