venerdì,Marzo 29 2024

Iacovelli: «Cancro vescica il più frequente dell’apparato urinario»

Il medico dell'ospedale Gemelli di Roma: «Con nuova terapia si ha un migliore controllo della patologia». Scopriamo qual'è la nuova cura da adottare

Iacovelli: «Cancro vescica il più frequente dell’apparato urinario»

Il tumore della vescica consiste nella trasformazione in senso maligno delle cellule che rivestono la superficie interna della vescica stessa, ovvero l’organo che raccoglie l’urina filtrata dai reni, prima di essere eliminata dal corpo. È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne. Il fumo è senza dubbio il principale fattore di rischio. Tra i sintomi più evidenti ci sono la presenza di sangue nelle urine (ematuria) e la formazione di coaguli, inoltre si ha la sensazione di bruciore alla vescica quando si comprime l’addome, ma anche la difficoltà e il dolore nell’urinare.

“Il tumore della vescica è la forma più frequente di tumore uroteliale, cioè il tumore di origine dell’apparato urinario. Sappiamo che in Italia gli ultimi dati ci dicono che 25mila nuove persone ogni anno si ammalano di questo tipo di tumore che colpisce più frequentemente gli uomini rispetto alle donne. E’ un tumore legato molto alle abitudini di vita, soprattutto al fumo di sigaretta e nella stragrande maggioranza dei casi viene diagnosticato in una forma localizzata e quindi trattabile attraverso un approccio chirurgico mininvasivo. Si ha però una percentuale di casi intorno al 10-15% in cui il tumore esordisce già in una fase avanzata ovvero con la presenza di metastasi, che richiede invece un approccio medico di tipo chemioterapico o attraverso l’utilizzo di nuovi farmaci”. Così Roberto Iacovelli, dirigente medico Uoc Oncologia medica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, oggi durante la presentazione alla stampa del farmaco avelumab, frutto dell’alleanza Merck-Pfizer.

La terapia è già disponibile in Italia dopo l’ok di Aifa alla rimborsabilità del farmaco per il trattamento di mantenimento in prima linea di pazienti affetti da tumore della vescica localmente avanzato o metastatico senza progressione dopo la chemioterapia a base di platino. Il lancio del farmaco si è tenuto in occasione di ‘Diamo il tempo al presente, evento promosso a Roma da Merck e Pfizer.

“Tra questi nuovi farmaci – evidenzia l’oncologo – vi è l’immunoterapia che ha la funzione di stimolare la risposta immunitaria dell’organismo, di lottare contro il tumore stesso. Una delle novità più importanti è che è stato autorizzato un farmaco, un anticorpo monoclonale immunoterapico, che stimola questa risposta immunitaria: questo farmaco è avelumab utilizzato come forma di strategia innovativa di mantenimento subito dopo la chemioterapia. Per quei pazienti che fanno la chemioterapia, e hanno un beneficio perché la malattia viene arrestata o ridotta dalla chemioterapia, si inserisce questo nuovo farmaco per il mantenimento della risposta. I risultati sono stati brillanti perché si ha avuto un miglioramento del controllo della patologia oncologica, ma soprattutto della sopravvivenza dei pazienti”.

fonte: Adnkronos