Processo Bergamini, Raffaele Pisano incalzato dai pm: «Si è buttato sotto il camion»
Il camionista di Rosarno protagonista della prima parte dell'udienza in Corte d'Assise a Cosenza. «Ha fatto uno stacco di reni, come un calciatore». Per la procura di Castrovillari ci sono contrasti con le precedenti dichiarazioni, mentre per l'avvocato Anselmo l'85enne avrebbe mentito
Udienza di notevole importanza quella odierna del processo Bergamini. In Corte d’Assise di Cosenza, sfila il camionista di Rosarno, Raffaele Pisano, l’uomo che, secondo l’accusa, non avrebbe investito l’ex centrocampista del Cosenza, Denis Bergamini, in quanto lo stesso sarebbe stato soffocato, e quindi ucciso, poco prima, e successivamente adagiato sull’asfalto, simulando la tragedia.
Nel primo processo tenutosi a Trebisacce, dopo il 1989, Raffaele Pisano fu assolto dal Pretore e successivamente in appello dall’accusa di omicidio colposo. Passò, all’epoca, la tesi del suicidio. Oggi la procura di Castrovillari, come sappiamo, contesta il reato di omicidio volontario aggravato a Isabella Internò, l’ex fidanzata di Denis, in concorso con altri soggetti allo stato rimasti senza identità.
Presente, inoltre, l’altro camionista, Francesco Forte, originario di Cassano Ionio, giunto a Roseto Capo Spulico nell’immediatezza del fatto.
La testimonianza di Raffaele Pisano
Il camionista, in apertura di udienza, ha descritto cosa successe quel giorno. «Sono partito da Rosarno e dovevo scaricare forse a Milano. Quando arrivo a Roseto capo Spulico mi fermano carabinieri, controllano tutto, anche il dischetto, era tutto ok. Faccio altri chilometri e arrivo vicino alla piazzola di sosta. Vedo una macchina ferma nel terraccio con il muso verso Taranto. C’era una persona ferma e mi sono chiesto cosa stesse facendo. Ho pensato forse la pipì o si era rotta la macchina. Poi mi ha puntato e quando era a due-tre metri di distanza ha attraversato la strada e si è buttato sotto il camion. Poco dopo una ragazza ha bussato alla porta del camion, ho aperto e urlava. Mi disse questa frase: “Dio dio… mi fa un ricordo per tutta la vita. Mi ha detto che se non lo seguivo in Grecia si sarebbe buttato sotto il primo camion“» ha dichiarato Pisano, 85enne.
La scena, a questo punto, viene fatta ripetere almeno cinque volte dai pubblici ministeri di Castrovillari, ovvero dal procuratore capo Alessandro D’Alessio e dal magistrato Luca Primicerio. E Pisano ha ribadito: «La donna ha bussato al lato guidatore, sulla destra e mi ha detto questa frase. La macchina era nella piazzola, ferma. Lui si è buttato sotto il camion, ora non so dirle lei come sia arrivata lì, eravamo al buio. Immagino che fosse nella macchina. Dopo l’incidente ho fatto le deposizioni e non ho più visto quella ragazza».
Sulle dichiarazioni di Raffaele Pisano, la procura di Castrovillari ha fatto notare alla Corte d’Assise di Cosenza che il camionista di Rosarno nel corso degli anni, subito dopo la tragedia e 20 giorni dopo, nel 1991 e nel 2011, ha dato versioni diverse. Ma Pisano, sollecitato dai pm e dal presidente Paola Lucente, nell’udienza odierna, ha giurato di aver detto sempre la verità sia all’epoca che oggi. «Ve l’ho detto, ha fatto uno scatto di reni come un calciatore e si è buttato sotto il camion». I magistrati prima e poi l’avvocato Fabio Anselmo hanno inteso puntualizzare questa fase.
«Sono analfabeta, ho la seconda elementare, buttarsi, tuffarsi, quello è. Lui così ha fatto. L’ho preso con il paraurti anteriore, andavo a 25-30 chilometri orari, l’avrò trascinato per 8-9 metri e poi dopo l’impatto, ho fatto retromarcia perché volevo salvargli la vita e portarlo in ospedale». Anche in questo caso i pm di Castrovillari hanno contestato il fatto che nei precedenti verbali Raffaele Pisano aveva detto che l’uomo, da intendersi Denis Bergamini, era stato trascinato prima per 50 metri, in una data, poi per 25-30 metri, in un’altra data. Contestazioni che il presidente della Corte ha voluto rimarcare, evidenziando che vi fosse un contrasto con quello dichiarato in precedenza dal camionista di Rosarno. Ma quest’ultimo, in aula, non ha cambiato versione: «I carabinieri quella sera presero le misure, ero spaventato, impaurito, potevo rendermi conto di quanto avessi trascinato quell’uomo? Oggi dico che l’ho trascinato per 8-9 metri, i carabinieri mi sentirono la sera stessa. Poi non li ho più visti». E ha aggiunto: «Non ho schiacciato il corpo, l’ho solo trascinato».
Per la parte civile Pisano mente: «Falso testimone, atti in procura»
Nell’esame della parte civile, invece, l’avvocato Fabio Anselmo ha puntato prima sul riconoscimento della firma di Raffaele Pisano sui verbali resi alle forze dell’ordine e al pm Ottavio Abbate, cosa che Pisano ha riconosciuto come sua, e una volta ricevuto sempre la stessa risposta dal testimone di Rosarno, ha convenuto sul fatti che i verbali sarebbero falsi, come se qualcuno avesse depistato le indagini. Al termine del suo intervento, ha chiesto la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza relativamente alle dichiarazioni rese da Raffaele Pisano in un’aula gremita di persone, forte della presenza massiccia degli studenti di Giurisprudenza, facenti parte del corso tenuto dal professore avvocato Alessandro Diddi.
Nessuna domanda della difesa a Raffaele Pisano
Sempre su domanda della parte civile, Raffaele Pisano ha aggiunto che «i carabinieri che mi hanno fermato prima dell’incidente erano gli stessi che sono arrivati a Roseto dopo il fatto», evidenziando in precedenza che, successivamente, sul posto si erano fermati altri camion e altre auto. Anselmo ha contestato questa dichiarazione: «Perché precedentemente ha dichiarato di non aver mai visto il maresciallo?» e Pisano ha ribadito che erano sempre quelli che gli avevano intimato l’alt sulla statale 106 Jonica. La difesa di Isabella Internò non ha posto domande di rilievo al testimone 85enne.