mercoledì,Maggio 15 2024

Delitto a Schiavonea, Pasquale Aquino ucciso da due sicari in bicicletta

Per l'agguato del 3 maggio 2022 è stato arrestato il ventunenne Francesco Le Pera, ecco gli indizi raccolti contro di lui dalla Dda

Delitto a Schiavonea, Pasquale Aquino ucciso da due sicari in bicicletta

Due uomini incappucciati e con il volto coperto da mascherine chirurgiche: uno ha con sé una pistola semiautomatica, l’altro una mitraglietta Skorpio. Si presentano così agli occhi della loro vittima, i sicari che il 3 maggio del 2022 entrano in azione a Schiavonea, località marina della Sibaritide, per uccidere Pasquale Aquino. Lo attendono sotto casa sua, in via Malaga, e per i loro spostamenti hanno scelto un mezzo di locomozione quantomeno insolito, non certo da commando: le biciclette. Sette mesi dopo, la Dda di Catanzaro ritiene di aver individuato uno di quei ciclisti assassini nel ventunenne Francesco Le Pera.

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I ciclisti assassini

Ma come fanno gli investigatori a sapere che i killer sono arrivati sul luogo dell’agguato pedalando? A metterli sulla pista giusta è un vicino di casa della vittima che, intorno alle otto di sera del 3 maggio, nota proprio due ciclisti allontanarsi da via Malaga. Indossano felpe pesanti con cappuccio a dispetto del clima ormai primaverile, e questa circostanza lo insospettisce. La sua segnalazione si incrocia con i filmati di un impianto privato di sorveglianza della zona, che immortala il passaggio degli uomini in bici già un’ora prima del delitto. Passano più volte davanti alla telecamera, come se stessero girando in tondo in attesa di qualcuno. Aspettano proprio il bersaglio designato.

«Sono stati quelli di Fabrizio».

I sospetti si concentrano su Le Pera circa un mese dopo. Merito di un dialogo carpito ad alcuni familiari di Aquino che, commentando la morte del loro congiunto, danno la colpa «a quelli di Fabrizio». Il riferimento è a una contrada di Corigliano che diventa così, logisticamente, il punto di partenza delle indagini. Proprio durante un sopralluogo in quel villaggio, il 6 giugno 2022, i carabinieri di passaggio in via Varsavia notato una bici da donna, identica a quella utilizzata per l’omicidio. È ferma nel cortile di un’abitazione in cui il ventunenne ha dimorato in anni passati, quand’era ancora bambino. Ora risiede in un’abitazione poco distante, ma tanto basta per metterlo in collegamento con quella bici. Sul punto, forse, gli investigatori non la raccontano tutta, fatto sta che a partire da quel momento il giovane diventa persona d’interesse.

La felpa rossa

I successivi accertamenti consentono di rafforzare il quadro indiziario. Il fermo immagine di via Varsavia, tratto da Google maps e risalente a maggio del 2021, mostra un ragazzino a bordo di una bicicletta simile a quella incriminata: è il fratello minore del sospettato. Il trojan infilato nel cellulare di Le Pera, poi, consente di acquisire una fotografia in cui il giovane veste una felpa rossa, ed è lo stesso indumento indossato da uno dei sicari. A ciò si aggiunge il ritrovamento di un vero e proprio arsenale effettuato successivo il 6 agosto sempre in via Varsavia.

Le armi del delitto

In quel periodo, infatti, i carabinieri sequestrano un carico di fucili, pistole e munizioni custodite in un casolare di via Varsavia. I militari ci arrivano seguendo Le Pera. È lui, infatti, che coadiuvato da altre tre persone, fra cui un minorenne, organizza lo spostamento di quelle armi da un posto all’altro. E in seguito al ritrovamento delle armi, mostra tutta la sua preoccupazione al telefono, senza sapere di ormai intercettato. Ha più di un motivo per agitarsi: da quel mucchietto di armi, infatti, salteranno fuori anche la Browning e la Skorpio impiegate per uccidere Aquino.

I due “pali”

È sulla scorta di questi indizi che ieri il giudice delle indagini preliminari ha dato il via libera al suo arresto e a quello di altre due persone ritenute anche loro coinvolte nell’omicidio. Si tratta di Manuel Intrieri detto “Zuzù”, suo coetaneo, e del trentanovenne Giorgio Arturi. Il giorno dell’agguato si trovano entrambi in via Varsavia, a bordo di un’auto, e incrociano anche i due assassini in sella alle biciclette. Emerge anche che poco prima sono passati davanti al circolo ricreativo in cui Aquino si trovava prima di rincasare, che in quel lasso di tempo Arturi ha fatto partire una telefonata all’indirizzo di Le Pera e che, subito dopo il delitto, la vettura si è diretta proprio verso la sua abitazione. L’ipotesi della Dda è che abbiano partecipato all’omicidio con compiti da palo e vedetta, e per il gip «una lettura alternativa», al momento, non c’è.