mercoledì,Maggio 15 2024

Principe, Talarico e Cuzzocrea: «A Rende vige l’omertà, la politica è morta»

I tre rappresentati dell'opposizione stigmatizzano il comportamento di Morrone: «Atto incomprensibile, stoppando il consiglio comunale ha offeso un'intera comunità»

Principe, Talarico e Cuzzocrea: «A Rende vige l’omertà, la politica è morta»

Ritengono di aver subito una beffa i rappresentanti dei gruppi di opposizione di Rende che, subito dopo il clamoroso esito del consiglio comunale straordinario, hanno convocato una conferenza stampa direttamente tra i banchi del pubblico consesso.

Il terzo punto all’ordine del giorno prevedeva discussione, determinazioni e indirizzi «e dunque non solo discussione – spiegano -. Pertanto il presidente Gaetano Morrone non poteva chiudere i lavori senza passare alle dichiarazioni di voto e al voto stesso». A parlare a nome di tutti sono stati Sandro Principe, che si era già esposto in prima persona sul tema “Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria”, Mimmo Talarico e Andrea Cuzzocrea.

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Principe: «A Rende la politica è defunta»

«Il comportamento di Morrone va stigmatizzato perché autore di un atto incomprensibile – ha detto Sandro Principe -. Abbiamo aspettato più di un’ora la riunione di maggioranza in silenzio, poi abbiamo chiesto al presidente di leggere il nostro documento e di favorire l’alternanza così da arrivare ad una quadra. Il mio messaggio è caduto nel vuoto però, perché dall’altra parte c’è stato mutismo. Non registrando alcun intervento, ci stavamo organizzando su chi di noi dovesse parlare. Morrone, mentre stavo per chiedere la parola, si è alzato andando via voltandomi le spalle».

«Il nostro documento, ad ogni modo, era chiaro – ha aggiunto -. Riteniamo lo scioglimento volontario del comune, sottoscritto da almeno 13 consiglieri, il percorso più utile per la comunità. Volevamo ragionare insieme alla maggioranza sul dover prendere atto che il palazzo di città non è agibile. Lo testimonia il fatto che su rifiuti e acqua abbia dovuto relazionare un dirigente. La politica non esiste più, pertanto la parola deve tornare quanto prima agli elettori. Volevamo spiegare queste ragioni, ma non ci è stato concesso. Le nostre dimissioni? Sono cristallizzate da un notaio, diventano operative quando a noi dieci si aggiungeranno altri tre. Per adesso restiamo nel limbo non partecipando ad attività istituzionale. Il PSC varato dalla giunta, ad esempio, è un atto irresponsabile, andrà fatta una battaglia ferocissima affinché non passi».

Talarico: «Il titolo di oggi è “nessuno deve sapere”»

«La maggioranza ha aggiunto vergogna a vergogna con un atto pretestuoso a firma di Gaetano Morrone, a cui nessuno della maggioranza ha inteso replicare. L’azione portata avanti dal presidente del consiglio – ha aggiunto Mimmo Talarico – non è contro di noi, ma contro la città di Rende e la sua cultura democratica. Si tratta di un fatto gravissimo che offende un’intera comunità. Noi abbiamo chiesto alle istituzioni di dare un alto tono al nostro documento, ma per tutta risposta abbiamo ricevuto l’interruzione dei lavori prima delle dichiarazioni di voto. Il segretario generale ha fatto spallucce alle nostre rimostranze, ma la maggioranza ha scritto una pagina buia. Il titolo di oggi è “nessuno deve sapere”, bisogna vivere nell’omertà».

Cuzzocrea: «Messaggio forte il nostro»

«Tra i firmatari del documento ci sono anche due eletti tra le fila della maggioranza (Superbo e Bonanno, ndr), l’idea era di innescare una discussione serena. Ribadiamo – conclude Cuzzocrea – che è necessario porre fine a questa consiliatura per far sì che il Comune possa tornare a determinarsi con piena consapevolezza e con il totale delle forze negli uffici. Il nostro messaggio assume quindi connotati ancora più forti».

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