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Incidente mortale a Santa Maria del Cedro: addio Vincenzo, 19 anni per sempre

La casa del giovane e il luogo dell'incidente sono distanti un paio di chilometri, tre al massimo. Vincenzo li ha percorsi per l'ultima volta il pomeriggio di due giorni fa, in sella a uno scooter guidato da un amico

Incidente mortale a Santa Maria del Cedro: addio Vincenzo, 19 anni per sempre

Alle 17 in punto di venerdì 21 luglio sulla cittadina di Santa Maria del Cedro cala un silenzio tombale. Da qualche minuto circola la voce che Vincenzo Celia, 19 anni, abbia perso la vita nel drammatico incidente avvenuto poco prima nei pressi di Ponte Lao. A Marcellina, dove il giovane è cresciuto, nei bar e nei negozi, non si parla d’altro.

«No, non è possibile – dice una donna rivolgendo lo sguardo al cielo per trattenere il pianto e portandosi le mani al petto – ditemi che non è vero». Sono tutti fuori, sul ciglio della strada, per avere notizie certe, e i loro sguardi sono cupi. Poco dopo il presagio diventa una terribile certezza: Cenzo, come lo chiamavano affettuosamente i suoi amici, non ce l’ha fatta.

«Mi tremano le gambe, mi devo sedere» – dice un uomo che ha appena ricevuto la drammatica telefonata. Suo figlio era uno dei tanti amici della giovane vittima, uno di quelli con cui era diventato grande insieme. «Mi sento male – dice ancora l’uomo, chiedendo ai presenti un bicchiere d’acqua -. Povera madre, povero padre». Mentre si asciuga i sudori dei 35° all’ombra e del dispiacere, dai suoi occhi sgorgano lacrime amare.

La tragedia

La casa del giovane e il luogo dell’incidente sono distanti un paio di chilometri, tre al massimo. Vincenzo li ha percorsi per l’ultima volta il pomeriggio di due giorni fa, in sella a uno scooter guidato da un amico. Arrivati all’altezza del ponte Lao, meglio noto come il ponte di Mussolini, i due ragazzi fanno i conti con un destino beffardo, da cui entrambi non torneranno mai più indietro.

Per motivi ancora da accertare, il mezzo su cui viaggiano sbanda, forse per l’impatto con uno degli altri due veicoli coinvolti, un’auto e un tir. Il giovane alla guida cade sull’asfalto, trascinato dallo scooter, ma lui, fortunatamente, riporta solo graffi e contusioni. Per Vincenzo, che sedeva dietro, l’impatto è terribile. I presenti si rendono subito conto che la sua situazione è gravissima e i minuti prima dei soccorsi sono interminabili. Poi arrivano sul posto due ambulanze, gli agenti della polizia locale e i carabinieri, mentre chi assiste alla scena nelle auto in fila, sotto il sole cocente, si porta le mani ai capelli.

I sanitari cercano di stabilizzare le sue condizioni e lo caricano sulla barella, poi l’ambulanza parte sfrecciando alla volta dell’ospedale di Praia, dove ad attenderlo c’è un elicottero del 118. Ma Vincenzo su quell’elicottero non salirà mai. Il suo cuore cessa di battere prima che i medici dell’ospedale Annunziata di Cosenza possano compiere un miracolo.

Una morte assurda

La notizia della tragedia fa il giro del circondario e sui social cominciano a circolare i messaggi di cordoglio. È uno strazio. Cenzo, dice chi lo conosceva, era un ragazzo buono, disponibile, educato, con la testa sulle spalle, sin da bambino aveva militato nella squadra di calcio Asd Lupi di Marcellina.

Una manciata di giorni fa aveva raggiunto uno di quei traguardi che ti aprono le porte del futuro e lo colorano di entusiasmo: si era appena diplomato all’istituto Silvio Lopiano di Cetraro. E poi aveva un sogno, voleva diventare giornalista, anzi, un grande giornalista. Lo aveva confidato a un amico proprio il giorno prima di andarsene.

L’ultimo saluto

Vincenzo viveva in una appartamento nel centro abitato della frazione Marcellina e, nonostante l’afa, amici e parenti si sono ritrovati proprio lì, nel piazzale di casa sua, il pomeriggio di sabato 22 luglio, alle 18 in punto, per accompagnare il feretro fino alla chiesa Sacro Cuore di Gesù. Tra la folla ci sono anche i “lupetti” in divisa a rendergli omaggio con i palloncini rossi e blu, come i colori della maglia che aveva indossato per tutta la vita. Poi la folla si è incamminata in silenzio.

Mentre la bara attraversava le vie cittadine, le serrande dei negozi sono rimaste abbassate in segno di lutto. Il piazzale della chiesa, dove il carro funebre è arrivato dopo qualche minuto, è già gremito, tanto che la chiesetta guidata da don Giuseppe Fazio riesce a stento a contenere tutti. Sui muri campeggiano dediche e striscioni, mentre gli amici più stretti si abbracciano e si lasciano andare a un pianto inconsolabile. Dopo un’ora e più di cerimonia, il parroco, visibilmente emozionato, congeda la salma affinché possa intraprendere l’ultimo viaggio. Il suo ricordo, invece, non se ne andrà, rimarrà impresso per sempre nella mente e nei cuori di quanti hanno condiviso con lui un pezzo di strada: «Non doveva andare così, non ti dimenticheremo mai», dicono gli amici mentre Vincenzo si allontana per l’ultima volta. Sui social, negli stessi minuti, qualcuno posta la sua foto e scrive: «Tanto prima o poi ci rincontreremo».

Speriamo solo che accada in un mondo più giusto, dove non sia consentito morire a 19 anni, per nessuna ragione al mondo. Buon viaggio, Cenzo.

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