lunedì,Aprile 29 2024

Unical, domani corteo delle Fe-Min. «Qui non ci sentiamo al sicuro»

Anche la Collettiva Medusa tra gli organizzatori. «Pretendiamo che gli spazi di ascolto per le studentesse non vengano abbandonati, come nel caso dello sportello antiviolenza chiuso da svariati mesi»

Unical, domani corteo delle Fe-Min. «Qui non ci sentiamo al sicuro»

«Siamo stanchə di assistere ogni giorno alla negazione di diritti e libertà, in ogni ambito della vita quotidiana ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare due giornate di lotta per riappropriarci degli spazi e per manifestare contro la violenza istituzionale, accademica, salariale, economica, razziale e contro il genocidio del popolo palestinese, che vede complice anche il governo italiano» così in una nota le Fe.Min Cosentine in lotta e la Collettiva Medusa.

«L’8 Marzo si svolgerà il corteo in università perché siamo stanche di non avere la possibilità di vivere l’università in sicurezza senza la paura di essere molestatə, seguitə o umiliatə. Denunciamo nel campus la mancanza di punti di riferimento che ci facciano davvero sentire al sicuro, l’indifferenza della governance verso i nostri diritti e sui casi di abuso più volte documentati nelle aule/biblioteche. Pretendiamo che gli spazi di ascolto per le studentesse non vengano abbandonati, come nel caso dello sportello antiviolenza, usato dall’Unical per creare un’immagine di sé attenta alle questioni di genere ma nella realtà ormai chiuso da svariati mesi. Ci chiediamo se l’imminente riapertura sia accompagnata da una reale intenzione di rendere lo sportello e la Biblioteca Nosside accessibili.

8 e 9 Marzo manifesteremo perché vogliamo rovesciare la cultura che legittima, difende e amplifica la violenza di genere e normalizza la cancellazione di tutte le soggettività che non siano uniformi al modello eternormativo e patriarcale.

Non ci resta che rabbia. Per tutte lə studentə che hanno attraversato i cubi di questa università o per tuttə quellə che hanno attraversato le strade della città a passo svelto, per le loro segnalazioni inascoltate e ignorate, per tutte le sorelle uccise e stuprate, per la colpevolizzazione che subiamo da ministri, giornalisti e politici, per i ruoli stretti che la società vuole cucirci addosso, per la gogna mediatica che riceviamo se ci discostiamo dagli schemi imposti».

Articoli correlati