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La Stauroteca di Cosenza brilla nella mostra evento di Perugia sul Maestro di San Francesco

La croce bizantina, conservata nel museo Diocesano della nostra città, introduce una narrazione inedita legata alla rappresentazione del Christus patiens

La Stauroteca di Cosenza brilla nella mostra evento di Perugia sul Maestro di San Francesco

di Maria Elena Grande

La Galleria Nazionale dell’Umbria ospita dal 10 marzo al 9 giugno 2024, una mostra evento che farà scoprire al grande pubblico la figura del Maestro di San Francesco, uno degli artisti più importanti del Duecento, al pari di Giunta Pisano e Cimabue.

Ad accogliere i visitatori però, non sono i tanti eleganti crocifissi lignei centroitaliani che costellano, con i loro fondi dorati, il blu delle sale d’esposizione ma è un’opera tutta meridionale: la Stauroteca di Cosenza. È proprio la croce bizantina, conservata nel museo Diocesano di Cosenza, che introduce una narrazione inedita legata alla rappresentazione del Christus patiens (Cristo dolente) e che permette, nel suo stesso valore di reliquiario, di costruire, su più livelli la mission della mostra.

Cosa sono conservati nella Stauroteca di Cosenza

Tradizione vuole che nella Stauroteca di Cosenza vi siano conservati i frammenti della Croce Santa, donata da Federico II nel 1222 in occasione della consacrazione della Cattedrale della città: è l’insieme di tutti questi elementi che, implicitamente, fa da sfondo al percorso museale e ne scansiona persino le stanze.  

L’esposizione, curata da Andrea De Marchi, Veruska Picchiarelli ed Emanuele Zappasodi, rientra nell’ambito delle celebrazioni per l’ottavo centenario dall’impressione delle stigmate a san Francesco e si propone di indagare, in una serie di velate trame e sottotrame la figura del Cristo dolente, i dolori della croce donati al poverello di Assisi e la propagazione del messaggio francescano attraverso la ricostruzione storico-artistica del Maestro di San Francesco, artista duecentesco ancora dall’identità ignota.

La croce smaltata cosentina dialoga con sessanta capolavori, per la prima volta riuniti, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali al mondo, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington.

L’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi

È questa la prima grande mostra a potersi fregiare del logo del Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, e rappresenta l’importante esito della collaborazione sancita da un accordo di valorizzazione tra la Galleria Nazionale dell’Umbria e il Sacro Convento di Assisi, che proseguirà per i centenari del Cantico della Creature (1225) e della morte del Santo poverello (1226).

In un allestimento suggestivo, pensato per immergere il visitatore in una dimensione evocativa dei colori e delle atmosfere della basilica inferiore di San Francesco (ricostruita graficamente), oreficerie, miniature e dipinti raccontano una stagione che vide l’Umbria divenire un crocevia culturale internazionale, grazie a incontri fra oriente e occidente favoriti dal cantiere cosmopolita del santuario assisiate. Attraverso i prestigiosi prestiti giunti da alcuni tra i più importanti musei internazionali, il percorso riunisce quasi integralmente la produzione su tavola del Maestro di San Francesco e cerca di fare luce sul mistero che ancora avvolge la sua identità.

Antefatto e sinossi

La stauroteca di Cosenza chiude simbolicamente il percorso, inoltre, ponendo l’accento sulla contaminazione con la cultura greca, prettamente meridionale, che riesce ad arrivare, come ben si evince dagli esempi proposti nella mostra, ai più alti esempi della pittura italiana del Duecento e contestualizza la rinascenza paleologa, giunta grazie al cantiere internazionale della basilica di Assisi e alle missioni francescane in Terra Santa.

L’opera cosentina diventa antefatto e sinossi di una mostra completa, dalle molte valenze artistiche e dalle abbondanti suggestioni, capace di comunicare con opere e contesti apparentemente diversissimi che completa e amplifica e che, grazie ai quali, da risalto e lustro… probabilmente molto meno di quanto si meriterebbe.

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