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AMMINISTRATIVE 2016 | Verdini: «Guccione sindaco è una scelta pensata» [FOTO]

A Cosenza il Partito della Nazione è già realtà. Il coordinatore Ala insieme al candidato Pd, a Giacomo Mancini e ai Morrone: «E’ l’alleanza giusta». Ennio carica la dose contro Occhiuto: «Non siamo traditori, viene prima Cosenza» Pensare locale ed agire globale. Tutto il contrario degli slogan sessantottini ripresi poi dal movimento di Seattle ad

AMMINISTRATIVE 2016 | Verdini: «Guccione sindaco è una scelta pensata» [FOTO]

A Cosenza il Partito della Nazione è già realtà. Il coordinatore Ala insieme al candidato Pd, a Giacomo Mancini e ai Morrone: «E’ l’alleanza giusta». Ennio carica la dose contro Occhiuto: «Non siamo traditori, viene prima Cosenza»

verdini e morronePensare locale ed agire globale. Tutto il contrario degli slogan sessantottini ripresi poi dal movimento di Seattle ad inizio secolo. L’azione politica dell’ex coordinatore di Forza Italia Denis Verdini si traduce fotografando molto più che un esperimento per le amministrative di giugno. Si tratta delle prove generali dell’ingresso in pianta stabile nel governo Renzi per cui ha speso parole al miele. Sono state Cosenza e la poltrona di fianco a Carlo Guccione la cornice della sua prima uscita pubblica a sostegno di un candidato del Pd. Il Partito della nazione in salsa bruzia è già realtà, tanto che intorno alle due prime donne c’erano Giacomo Mancini (organizzatore dell’evento), i Morrone padre e figlio e Giuseppe Galati che di Ala è il massimo esponente in Calabria. Prove tecniche di trasmissione, ma anche «una verifica per chi come noi ama le scelte forti» ha spiegato Verdini ricordando i 20 anni trascorsi con Berlusconi e la decisione «di adeguarsi ai tempi».

QUASI COME A ROMA. Il quadretto richiama salotti capitolini molto noti ai più, ma rispetto alle tavole trasteverine spicca l’assenza dell’Ncd che supporta anima e core Enzo Paolini. «E’ una questione locale – spiega Verdini dribblando l’argomento con maestria – Noi abbiamo deciso di prendere una posizione coerente, vale a dire sostenere gli uomini del Partito democratico con delle nostre liste o con dei nostri esponenti all’interno di liste civiche. Le amministrative hanno la valenza che ognuno vuole dare loro». Guccione ammicca e rilancia con vigore spiegando le ragioni dello schieramento. «Con Denis noi del Pd abbiamo condiviso le riforme costituzionali, motivo dell’alleanza in parlamento. Qui, invece, abbiamo trovato nei suoi riferimenti sul territorio idee comuni per un progetto ambizioso sulla politica del fare. Abbiamo interrotto, votando la sfiducia in consiglio comunale, una cappa che avvolgeva la città. Insomma, questa alleanza nasce dal no ad Occhiuto e si cimenta sul futuro di una città che ha prodotto menti illuminate come Mancini e Misasi».

verdini e manciniAGLI ANTIPODI. La matrice comunista/socialista da un lato, quella prettamente liberale dall’altro sono riuscite a fondersi e a trovare il bandolo della matassa. L’eterogeneità è di casa. «Guccione sta lavorando per risollevare la città dalla crisi economica e morale in cui è precipitata e guida una coalizione che passerà alla storia per la rimonta più importante della nostra storia – sottolinea Mancini – Con Verdini abbiamo due sfide: vincere le elezioni di giugno e strappare un sì agli italiani per i referendum costituzionali. L’obiettivo è mettere insieme le forze moderate per sconfiggere il populismo in Italia». Guccione non teme le diverse provenienze. «Non ci sono remore ideologiche. La diversità culturale e di provenienza politica per me è una risorsa così come lo sta diventando a livello nazionale. Spero di vincere al primo turno: in 12 giorni siamo stati in grado di farci sotto al ballottaggio. La nostra squadra è forte, le alleanze sono giuste. Non dimenticate che nel ‘93 Mancini vinse con l’appoggio dell’MSI». Verdini, che nel mentre si difende da chi gli ricorda i processi in cui è implicato, chiude mettendo la firma sugli equilibri che cercano stabilità in Parlamento. «Per ovvi motivi noi non facciamo parte della maggioranza, perché logicamente bisognerà stringere dei patti di cui non si è ancora discusso. È un qualcosa di ibrido. Il voto del 2013 non ha indicato una maggioranza definita, pertanto negli ultimi tre anni si vive un percorso in continua evoluzione. Il punto di riferimento sono Renzi e la sua leadership». (Antonio Clausi)

 

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