mercoledì,Maggio 15 2024

Referendum il 4 dicembre. Scende in campo Renzi scatenando l’ira delle opposizioni

Il premier inizierà il suo tour da Firenze: “Cara Italia vuoi cambiare? Basta un sì” è lo slogan scelto dal Partito Democratico. Da destra: “Finalmente conosciamo la data di scadenza del suo governo”. “Cara Italia vuoi cambiare? Basta un sì”. Matteo Renzi scende in campo per la campagna elettorale in vista del referendum che si

Referendum il 4 dicembre. Scende in campo Renzi scatenando l’ira delle opposizioni

Il premier inizierà il suo tour da Firenze: “Cara Italia vuoi cambiare? Basta un sì” è lo slogan scelto dal Partito Democratico. Da destra: “Finalmente conosciamo la data di scadenza del suo governo”.

“Cara Italia vuoi cambiare? Basta un sì”. Matteo Renzi scende in campo per la campagna elettorale in vista del referendum che si terrà il 4 dicembre. Si carica il peso in prima persona per non far fallire le consultazioni con il popolo, da giovedì inizierà (da Firenze) il suo “tour” per l’Italia. Invitando Pd e maggioranza ad impegnarsi, perché il timore, riferiscono fonti renziane, è che proprio il suo partito non riesca a parlare al Paese, che non dia quel contributo necessario perché “non ci sarà un’altra occasione”. In realtà l’invito del premier alle forze politiche che sostengono le ragioni del ddl Boschi è quello di intercettare direttamente i cittadini, di non cadere nelle provocazioni delle opposizioni. Anche perché nel mirino ci sono proprio gli elettori del centrodestra, grillini e azzurri in primis. L’obiettivo è far crescere l’affluenza, portarla perlomeno al 60%, convincere gli indecisi attraverso una campagna anche via social che dia speranza a chi è deluso dalla politica. Con il messaggio chiaro: con le riforme finiscono i privilegi della Casta.

“Vogliamo – scrive il presidente del Consiglio nella sua e-news – superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il Cnel si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no?”. Ed ancora: “Vogliamo avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D’Alema-Berlusconi, o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare? La partita è tutta qui”. La data del 4 dicembre è stata concordata con il Capo dello Stato ma l’opposizione è sulle barricate. Insorge Sinistra italiana (“Renzi vuole vincere con il trucco”, dicono De Petris e Scotto), è tranchant Giorgia Meloni (“Ora conosciamo la data di scadenza di questo governo”), polemizzano il Movimento 5 stelle, la Lega e Forza Italia. Nel centrodestra si rafforza sempre più l’intenzione di provare ad unire le forze, di cercare un asse con pentastellati e con chi nel fronte della sinistra, vedi D’Alema, considera l’occasione dell’appuntamento referendaria importante per mandare un segnale decisivo “ad un premier arrogante”.

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