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JOB CENTER | Narcotraffico a Cosenza, condanne confermate anche in Appello. Annullata l’assoluzione di Candido Perri

La sentenza emessa questa mattina dalla Corte d’Appello di Catanzaro conferma, ancora una volta, la bontà delle indagini sul narcotraffico a Cosenza. Un’altra batosta per gli imputati del processo “Job Center” che, col rito abbreviato, sono stati ritenuti anche in secondo grado colpevoli del reato di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico. Ma v’è di

JOB CENTER | Narcotraffico a Cosenza, condanne confermate anche in Appello. Annullata l’assoluzione di Candido Perri

La sentenza emessa questa mattina dalla Corte d’Appello di Catanzaro conferma, ancora una volta, la bontà delle indagini sul narcotraffico a Cosenza. Un’altra batosta per gli imputati del processo “Job Center” che, col rito abbreviato, sono stati ritenuti anche in secondo grado colpevoli del reato di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico. Ma v’è di più. La procura generale ottiene la condanna per il reato più grave di un imputato che in primo grado era stato assolto. 

Il gruppo guidato da Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri viene inquadrato nel modo in cui la Dda di Catanzaro aveva definito i contorni di una indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Cosenza, che aveva fatto luce sulle dinamiche delinquenziali perpetrate nel centro storico di Cosenza. Un gruppo capace di avere una rete di spacciatori ben definita e oliata che ha saputo vendere qualunque tipo di droga, soprattutto al minuto, ad una buona parte della città bruzia.

LA SENTENZA. Intanto diciamo col dire che la procura generale non ha depositato i verbali del nuovo collaboratore di giustizia Francesco Noblea che, di fatto, oggi non è stato difeso dal suo nuovo avvocato, dopo la rinuncia al mandato comunicato oggi in aula dal suo ex avvocato Cristian Cristiano, ma a discutere per la sua posizione è stato il legale nominato d’ufficio Loredana Gemelli del foro di Torino, difensore di fiducia dell’altro pentito Vincenzo De Rose.

Né per quest’ultimo né per Noblea né per Marco Paura la Corte, presieduta dal presidente Loredana De Franco (Saragò e Cosentino giudici a latere), ha riconosciuto l’attenuante della collaborazione con la giustizia. Se per Noblea (è cautelato solo per questo processo e dovrebbe stare ai domiciliari ma in mancanza del braccialetto elettronico si trova in carcere) non c’erano i tempi tecnici, balza agli occhi il fatto che De Rose, nonostante l’inizio della collaborazione sia abbastanza datato, sia stato condannato alla stessa pena inflittagli dal gup Distrettuale di Catanzaro. Paura invece era stato già bocciato in primo grado.

Nel dettaglio, la Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna per Celestino Abbruzzese, alias “Micetto”, a 13 anni e 4 mesi; per Anna Palmieri a 10 anni; per Marco Paura a 8 anni; per Gianluca Fortunato Esposito a 8 anni e 8 mesi; per Amos Zicaro a 7 anni, 8 mesi e 20 giorni; per Giovanni Aloise a 8 anni; per Giuseppina Perri a 5 anni, 1 mese e 10 giorni; per Francesco Noblea a 10 anni e 8 mesi; per Vincenzo De Rose a 8 anni e 10 mesi; per Francesco Mazzei 6 anni e 10 mesi.

Candido Perri, condannato in primo grado a 2 anni, è stato ritenuto colpevole per il reato di narcotraffico e punito con la pena di 6 anni e 10 mesi.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Cristian Cristiano, Ugo Ledonne, Francesco Iacopino, Manfredo Fiormonti (legale di Marco Paura), Valerio Murgano, Enzo Santelli e Giampiero Calabrese. (Antonio Alizzi)

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