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La prima volta del marxista Idda: «Emozione indescrivibile, notte magica»

Il difensore del Cosenza Riccardo Idda al settimo cielo: «Volevamo vincere, l’attesa non è stata facile. Per me è un’emozione incredibile». Riccardo Idda (sorridente nella caricatura di Fabio Testa, ndr) non rappresenta in alcun modo lo stereotipo del calciatore imposto dai media. Posato, serio, tranquillo, cultore del marxismo ed amante della lettura, è un uomo fortemente

La prima volta del marxista Idda: «Emozione indescrivibile, notte magica»

Il difensore del Cosenza Riccardo Idda al settimo cielo: «Volevamo vincere, l’attesa non è stata facile. Per me è un’emozione incredibile».

Riccardo Idda (sorridente nella caricatura di Fabio Testa, ndr) non rappresenta in alcun modo lo stereotipo del calciatore imposto dai media. Posato, serio, tranquillo, cultore del marxismo ed amante della lettura, è un uomo fortemente convinto delle proprie idee libertarie e figlio di comunisti vecchio stampo. Il fatto che sia corregionale di Berlinguer è solo una casualità, mentre le puntuali celebrazioni di feste come il 25 aprile e l’1 maggio rappresentano il suo personale modo di esprimersi sui social e nella vita privata.

Riccardo Idda ieri sera è stato il match-winner di un derby tirato, che potrebbe rappresentare una svolta nella stagione del Cosenza. «Per me è un’emozione incredibile – ha commentato il match dopo il primo gol in Serie B – E’ un gol che ci regala tre punti in una serata straordinaria, lo dedico alla mia ragazza. Volevamo vincere, l’attesa non è stata facile, abbiamo concesso poco ma siamo stati bravi».

Una volt trasferitosi da Caserta a Cosenza, ha conquistato la Serie B da protagonista e, a 29 anni, ha fatto il suo esordio in cadetteria. Sempre col profilo più basso possibile, con la riservatezza che lo contraddistingue e l’umiltà di chi è cresciuto con princìpi fermi e stabili. Idda ha aspettato la sua occasione e si è conquistato, ormai da settimane, una maglia da titolare. Nel solco tracciato da Pavone e Mendil si è inserito lui, perché lo Scida è ormai terra di conquista per i Lupi della Sila. (a. c.) 

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