mercoledì,Maggio 15 2024

Cosenza, revocati i domiciliari al 26enne che picchiava la sua compagna incinta

Il tribunale di Cosenza ha revocato i domiciliari al 26enne che picchiava la sua compagna nonostante fosse incinta: ecco perché.

Cosenza, revocati i domiciliari al 26enne che picchiava la sua compagna incinta

Il gip del tribunale di Cosenza, Manuela Gallo ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di S. D. R., 26 anni di Cosenza, applicando allo stesso la misura di sicurezza della libertà vigilata. (LEGGI QUI)

L’indagato, difeso dall’avvocato Francesco Gelsomino, è accusato di aver picchiato la convivente nonostante il suo attuale stato di gravidanza, tanto che le forze dell’ordine nei giorni scorsi lo avevano per l’appunto arrestato. Per la procura di Cosenza, inoltre, il giovane 26enne avrebbe percorso la vittima con violenza, causandole lividi sul corpo anche con l’uso di una cinghia, impedendole di frequentare i suoi genitori nonché consentendole l’uso del telefono solo in sua presenza. 

Cosenza, il provvedimento del gip

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi lo scorso 6 luglio dinanzi al gip Gallo, la difesa dell’indagato aveva prodotto una perizia psichiatrica, presentata in un altro procedimento penale, aperto per gli stessi reati che sarebbero stati commessi ai danni di un’altra donna. Secondo lo psichiatria, infatti, l’indagato in quel momento non era capace di intendere e di volere, in quanto affetto da diversi problemi psichici.

Per il gip Gallo, quindi, «le analisi e le valutazioni operate» dallo psichiatria, chiamato in causa dalla difesa del 26enne, «possono essere mutuate nel presente procedimento, se si considera che l’accertamento peritale è molto recente, che i fatti contestati sono prossimi temporalmente a quelli oggetto del presente procedimento, di identifica indole e commessi con le medesime modalità». Per questo motivo, il gip ha revocato gli arresti domiciliari, applicando la misura di sicurezza della libertà vigilata, che prevede di sottoporsi a cure specifiche, non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa e rimanere nel domicilio comunicato dall’avvocato difensore.

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