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“Stige”, assolto Adolfo D’Ambrosio. La Dda non appella le assoluzioni di Donnici e Flotta

Oggi la sentenza di secondo grado del processo "Stige", rito abbreviato. Assolto Adolfo D'Ambrosio. Ecco il dispositivo completo.

“Stige”, assolto Adolfo D’Ambrosio. La Dda non appella le assoluzioni di Donnici e Flotta

Emessa la sentenza di secondo grado del processo “Stige”, rito abbreviato. Si tratta dell’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro contro il clan di Cirò Marina “Farao-Marincola”, che nel corso delle indagini si è scoperto essere in affari sia con il mondo delle istituzioni sia con il mondo dell’imprenditoria, in particolare nella zona della Sila cosentina. 

I giudici della Corte d’Appello di Catanzaro, nell’ambito delle posizioni processuali che riguardano fatti contestati in provincia di Cosenza, hanno assolto l’esponente del clan “Lanzino” di Cosenza, Adolfo D’Ambrosio (difeso dall’avvocato Cesare Badolato), condannato in primo grado a 4 anni. Assoluzione anche per Angelo Cofone (3 anni in primo grado), Bruno Tucci (3 anni e 8 mesi in primo grado) e Vincenzo Zampelli (3 anni e 8 mesi in primo grado). Condannati invece Luigi Tasso (3 anni e 4 mesi), Giovanni Spadafora (12 anni) e Giovanni Santoro (16 anni, 11 mesi e 10 giorni). (LEGGI QUI LE ALTRE CONDANNE E LE ALTRE ASSOLUZIONI)

Donnici e Flotta: nessun appello

Da segnalare che la Dda di Catanzaro aveva rinunciato a fare appello avverso la sentenza di primo grado, con la quale il tribunale distrettuale di Catanzaro, aveva assolto l’ex sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici, altra vittima della giustizia italiana. L’avvocato, all’epoca del blitz, fu arrestato con l’accusa turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso. Castello accusatorio che non aveva retto già davanti al Riesame di Catanzaro, che aveva scarcerato Donnici, e neanche in Cassazione, dove gli ermellini avevano dichiarato inammissibile il ricorso della Dda di Catanzaro. A causa di quell’arresto, però, il comune di Mandatoriccio si trovò senza una guida amministrativa.

L’altro caso giudiziario, riconducibile al territorio provinciale cosentino, è quello del “Cavaliere” Nicola Flotta, titolare del “Castello di Mandatoriccio”, maestosa struttura ricettiva che lavora soprattutto nel mondo dei banchetti matrimoniali. Stessa situazione di Donnici: arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, liberato dal Riesame (con la Cassazione che aveva confermato il provvedimento) e assolto in primo grado. Anche per Flotta la Dda di Catanzaro non aveva fatto appello.

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