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Il “summit” di via degli Stadi che nel 2006 cambiò la storia della ‘ndrangheta di Cosenza

Dopo l'omicidio di Francesco Bruni, "Bella bella" e zingari iniziano per circa sei anni una guerra con gli "italiani". Poi la "pax". Ecco i verbali di un pentito cosentino

Il “summit” di via degli Stadi che nel 2006 cambiò la storia della ‘ndrangheta di Cosenza

C’è una data precisa in cui sarebbe nata la confederazione mafiosa a Cosenza. Non nel 2011 e neanche nel 2012, dopo l’omicidio di Luca Bruni, bensì qualche anno prima. Lo riferisce ai magistrati della Dda di Catanzaro, il collaboratore di giustizia Ernesto Foggetti, il primo ad aver parlato dell’omicidio dell’ultimo boss della famiglia “Bella bella” di Cosenza, ammazzato nel gennaio del 2012 da Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, su mandato di Franco Bruzzese e Maurizio Rango.

Il pentito cosentino, le cui propalazioni sono ormai contenute in tantissime inchieste antimafia coordinate dalla Dda di Catanzaro dal 2014 ad oggi, ha dichiarato di essere stato testimone diretto della riunione che ha dato vita alla confederazione della ‘ndrangheta cosentina. Ernesto Foggetti fa i nomi di chi avrebbe partecipato al “summit mafioso”, indicando l’anno in cui tutto sarebbe avvenuto: il 2006. L’anno dei Mondiali in Germania vinti dall’Italia.

Il “summit di ‘ndrangheta” in via degli Stadi a Cosenza

«A seguito dell’omicidio del padre di Michele Bruni, avvenuto nel 1999, si era creata una “tensione” all’interno dell’area criminale cosentina con, da una parte i Bruni con gli “zingari” e dall’altra gli “italiani” con i gruppi di Lanzino e Cicero» afferma ai pm antimafia di Catanzaro, il collaboratore di giustizia Ernesto Foggetti.

«Fra l’altro, la tensione tra questi ultimi e Michele Bruni era basata anche sul fatto che gli stessi avevano “ordinato” l’omicidio di Francesco Bruni. Nei primi anni 2000 si è avuta quindi tale guerra che ha registrato una sorta di armistizio, solo nel 2006, sancito nel corso di una riunione tenutasi a casa di Gianfranco Bruni, “u tupinaru”, alla quale parteciparono Francesco Patitucci, Gianluca Marsico, Michele Bruni, Maurizio Rango e Tonino Abbruzzese “Banana”» aggiunge il pentito Ernesto Foggetti. «Non parteciparono alla riunione solo Domenico Cicero ed Ettore Lanzino» spiega il cugino di Adolfo Foggetti. «Di tale circostanza sono un testimone diretto perché, mentre i suddetti tenevano la “riunione”, all’esterno della casa del “tupinaru“, in via degli Stadi, alle palazzine “Isis“, all’esterno ogni gruppo partecipante aveva “mandato” delle persone a vigilare sugli altri e a tutelare quelli che stavano all’interno».

Cosa si sarebbe deciso in quel “summit di ‘ndrangheta”? Ernesto Foggetti lo spiega così: «Pur con l’assenza di quest’ultimi elementi di “vertice”, all’esito della riunione si stabiliva una “pax” che avrebbe portato a una sorta di “federazione” tra gruppi, indicando le modalità anche per lo spaccio delle sostanze stupefacenti e per l’esecuzione delle estorsioni e dell’usura, con un’unica bacinella in cui far confluire i proventi di tali attività».

Ernesto Foggetti, nel corso dell’interrogatorio, indica anche chi poteva operare, criminalmente parlando, nel territorio cosentino: «Tornando a Cosenza, lo spaccio di sostanze stupefacenti viene gestito sempre in modo “federato”, con i proventi che pervengono sempre nella bacinella».

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