mercoledì,Maggio 15 2024

Il Covid torna a fare paura: tamponi obbligatori negli aeroporti per chi arriva dalla Cina

Preoccupano soprattutto le nuove varianti. Gli ospedali italiani chiedono attenzione e azioni da mettere in campo per non vanificare il ritorno alla normalità

Il Covid torna a fare paura: tamponi obbligatori negli aeroporti per chi arriva dalla Cina

È atterrato questa mattina, alle 5.44, all’aeroporto di Fiumicino, il volo da Chongqing, della compagnia Hainan Airlines. Si tratta del primo volo arrivato dalla Cina allo scalo romano, dopo la decisione di ieri, da parte dell’assessorato alla Salute della Regione Lazio, di riprendere i test anti Covid per i passeggeri provenienti dalla Cina, e dopo che il ministro della Salute Schillaci ha disposto l’obbligatorietà dei tamponi antigenici obbligatori per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e il transito in Italia.

I test allo scalo romano per i viaggiatori, subito dopo lo sbarco, si svolgeranno in un’area dedicata e non accessibile a persone non autorizzate. A metà pomeriggio è previsto l’arrivo di un altro volo dalla Cina, proveniente da Hangzhou e operato dalla compagnia Air China, e in serata il terzo e ultimo volo della giornata, da Wenzhou, con la compagnia China Eastern Airlines.

L’ordinanza del Ministero

L’esplosione di casi di Covid in Cina spaventa anche l’Italia che per prima in Europa reintroduce, con un’ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci, l’obbligo di tamponi negli aeroporti per controllare i viaggiatori in arrivo dal Paese asiatico. Lo spettro di un ritorno ai tempi più bui della pandemia dunque si riaffaccia e già domani Schillaci riferirà in Senato sulla situazione, dopo aver chiesto a Bruxelles di assumere iniziative simili «su tutto il territorio europeo».

La decisione di Pechino di riaprire le frontiere dopo tre anni e il liberi tutti sui viaggi nel pieno dell’ondata che sta travolgendo il Dragone rischiano infatti di provocare un nuovo disastro globale. E anche l’America ha imposto l’obbligo di test negativo per i viaggiatori in arrivo dalla Cina, dove nel frattempo si allungano le file di malati davanti agli ospedali e gli obitori – secondo le informazioni che filtrano – sono al collasso.

I numeri che circolano sono allarmanti: secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora. Già ieri la decisione della Regione Lombardia di partire con i controlli a Malpensa ha scoperchiato l’emergenza: quasi un passeggero su due, tra quelli che il 26 dicembre sono arrivati nello scalo milanese dalla Cina a bordo di due voli, è risultato positivo al Covid. Orientamento che è stato seguito oggi anche dall’aeroporto di Fiumicino. Poi è arrivata la decisione del governo che ha imposto i test obbligatori e la quarantena per chi viene trovato positivo.

«Abbiamo sempre creduto che le misure di prevenzione all’epidemia debbano essere appropriate, senza sfavorire i normali scambi tra le popolazioni», è stato il primo commento affidato ieri in serata all’Ansa dall’ambasciata cinese a Roma, che ha chiesto di «portare avanti la lotta all’epidemia in modo scientifico per garantire la sicurezza nella circolazione delle persone tra i vari Paesi e mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento e della catena industriale globale».

Preoccupano le nuove varianti

Ma non è solo l’Italia ovviamente a essere preoccupata. Tamponi obbligatori sono stati già decisi da Usa, India, Giappone, Malesia e Taiwan. Mentre la Commissione europea ha convocato per domani mattina il Comitato Ue per la Sicurezza sanitaria «per discutere con gli Stati membri e le agenzie europee le possibili misure per un approccio coordinato». Nella sua ordinanza Schillaci ha disposto anche il sequenziamento del virus, misura indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti. Sarebbero infatti proprio le nuove varianti che si stanno sviluppando in Cina, oltre all’allentamento delle restrizioni, le ragioni dell’impennata del Covid: in particolare la cosiddetta Gryphon, cioè la XBB, indiziata numero uno per l’aumento di casi e ricoveri.

Potenziamento dei test e attenzione alla circolazione del virus sono le leve sulle quali chiedono di agire anche i principali ospedali italiani, a partire dallo Spallanzani di Roma, e la Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere. Strumenti da mettere in campo per non vanificare in Italia il ritorno alla normalità. In questa settimana infatti si è registrato un ulteriore calo di circa il 10% dei ricoveri ed è in arrivo un ulteriore allentamento delle misure, con l’introduzione della quarantena breve e il reintegro dei medici no vax, norme contenute nel provvedimento sui rave. Anche se preoccupano i dati del Lazio, che ha registrato un boom di contagi con un aumento di 2250 casi nelle ultime 24 ore: il rapporto tra positivi e tamponi è schizzato al 17%, oltre 5 punti in più rispetto a ieri che era all’11,9%.

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