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Mendicino, Bucarelli sbotta: «Palermo pensa di essere un potestà. Io tra un anno ci sarò»

L'ex assessore, che lascia presagire una sua candidatura, si scaglia contro il primo cittadino dimissionario: «Il nemico del nostro comune è lui. La maggioranza non l'ha mai sfiduciato»

Mendicino, Bucarelli sbotta: «Palermo pensa di essere un potestà. Io tra un anno ci sarò»

Irma Bucarelli, ormai ex assessore della giunta di Antonio Palermo a Mendicino, ha affidato ai propri profili social uno sfogo durissimo nei confronti del primo cittadino dimissionario. Ad ore è attesa la nomina dei commissari da parte della Prefettura. I toni sono stati forti, ma tra le righe si legge anche l’intenzione di una possibile candidatura tra circa un anno quando si riapriranno le urne. Sicuramente a consigliere, forse a sindaco.

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«Oggi l’ex sindaco Antonio Palermo getta la maschera e da vittima diventa carnefice solo per i suoi interessi personali. In questi giorni, dopo le dimissioni del sindaco – ha scritto Bucarelli scagliandosi contro il suo vecchio alleato – tanti sono stati i miei tentativi di fargli capire, a questo punto mi tocca dire inutilmente, quanto sbagliato fosse stato il gesto delle dimissioni e quanto irresponsabile fosse per lui far arrivare un Commissario a gestire l’Ente Comune per i prossimi 9 mesi. Ma lui non ha avuto la Responsabilità di ascoltare, fermo sulle sue posizioni, fermo sulle sue richieste di scuse, che cari cittadini, avremmo dovuto dare, solo per aver richiesto dei chiarimenti. Non ha voluto creare una sintesi con la sua Maggioranza, che tra l’altro non lo ha mai sfiduciato. Ha ricercato unicamente pubbliche scuse, al fine di aumentare la sua popolarità e dare alimento al suo ego smisurato, attraverso un elevato numero di like su Facebook. Una politica ed una comunità ridotta da sempre ad un mero conteggio di like, distaccandosi dalla vita reale e dai cittadini, che addirittura spesso evitava per non confrontarsi o ricevere critiche».

La frattura non è sanabile e lo scontro consumatosi in queste ore animerà una campagna elettorale lunga un anno a cui Palermo non parteciperà direttamente: dopo i due mandati un terzo non è possibile. «Le dimissioni sono avvenute, senza dubbio alcuno, per una sua personale strategia – sostiene Irma Bucarelli -. Un sindaco, mai padre di famiglia, che dopo appena i anno del secondo mandato revoca un assessore, l’assessore che lo ha sempre sostenuto e gli ha permesso con i suoi numerosissimi voti di diventare sindaco. Anche allora per questo suo gesto ha dato motivazioni non reali, ma frutto solo di strategie politiche che gli permettevano di rafforzare la sua compagine in Giunta e dargli più ampio spazio di manovra nelle scelte. Nominò un assessore che si dimise dopo soli 3 mesi. Che scelta responsabile! Mentre noi, responsabilmente decidemmo di rimanere e portare a termine l’incarico conferito dalla cittadinanza, i cantieri aperti, riconsegnare le scuole alla comunità scolastica e completare quanto avevamo avviato. La revoca di Ignazio Giordano fu un atto gravissimo, di irriconoscenza e di mancanza di rispetto verso la città».

Irma Bucarelli e Antonio Palermo quando andavano d’accordo

«Il tutto – spiega ancora Irma Bucarelli – peraltro avvenuto senza comunicazione alcuna alla sua maggioranza, ai suoi consiglieri, alla politica tutta. Nel suo perfetto stile di uomo solo al comando, che non deve avere condizionamenti, come lui stesso dice. L’ormai ex sindaco, non accetta il confronto, oggi fa la vittima, dice che la sua maggioranza viene meno perché non si è presentata in Consiglio. Ma ha detto alla Comunità che in seconda convocazione quei consiglieri che lui chiama nemici, sono andati in consiglio approvando tutti i punti all’ordine del giorno tranne quello relativo all’Esternalizzazione dei tributi, per il quale è stato chiesto lo slittamento al prossimo consiglio, per carenza di informazioni? Sì, proprio quei consiglieri che per 9 anni gli hanno retto le sorti del comune, mandando avanti attività, servendo il comune a tempo pieno, facendo tutto e solo per il bene della cittadinanza, senza colore politico alcuno, dedicando energie senza mai risparmiarsi, mentre lui utilizzava il suo ruolo, come lui dice “prestigioso” di sindaco di Mendicino, per trovare spazio in questo o quel partito (Sell, Callipo, ItaliaViva, PD,.ecc chi più ne ha più ne metta!) che puntualmente poi abbandonava così come ha fatto oggi con il comune di Mendicino. Se non comando me ne vado! Questo è sempre stato il suo dictat».

E poi ancora: «Ha spiegato alla comunità perché quel gruppo di Consiglieri, peraltro i maggiori esponenti della sua maggioranza non si siano presentati in prima seduta? Ha detto che quei consiglieri erano completamente all’oscuro di ciò che sarebbe stato approvato in Consiglio Comunale circa l’Esternalizzazione dei Tributi? Ha spiegato che la sottoscritta per giorni e giorni ha provato a contattarlo per parlare del contenuto della delibera, ma lo stesso ha alzato un muro, non volendo dare spazio alle spiegazioni? A questo punto viene da pensare che chissà quali logiche vi fossero dietro. Avremmo dovuto alzare la mano come burattini, solo per eseguire i suoi comandi, dettati a questo punto chissà da quale interesse, mentre abbiamo voluto pensare ai nostri cittadini ed al nostro comune, non aggravandoli di inutili spese ed ulteriori vessazioni. E’ bene che Antonio Palermo sappia che un sindaco, in democrazia non può governare come un potestà, pensando di poter comandare come sudditi i suoi consiglieri, democraticamente eletti dalla comunità, impedendo loro la riflessione ed anche il confronto».

«Del resto, dal 2014 ad oggi – scrive ancora Bucarelli – quanti consiglieri, quanti assessori, quanti amici, quanti gruppi, ha perso nel suo cammino? Tutti impedivano la sua ascesa? Di 17 consiglieri comunali che si sono candidati con lui, nel corso delle due legislature, quanti ancora oggi sono al suo fianco e lo sostengono? Il responsabile si legge dai numeri e l’unico responsabile è lui! Lui che ha avuto la fortuna di governare con persone corrette, che hanno anche avallato l’inopportuna scelta di Radicamenti, da lui interamente gestita ed in cui ha pensato bene di non firmare la delibera cardine, che ha portato me, l’ex assessore Mariateresa Mancini e il suo vicesindaco a pagare per i suoi errori. E nessuno gli ha mai chiesto, né in privato né pubblicamente, di chiedere scusa o di pagare per i suoi errori! Perché noi siamo dei Signori! E questi sono dati contingibili ed inequivocabili. E a chi ci chiedeva di fare le scuse pubbliche solo per aver richiesto maggiori chiarimenti in merito ad una procedura che interessava l’intera comunità e quindi per avere fatto il nostro dovere di consigliere, rispondo invece che ora questa persona dovrebbe chiedere scusa alla comunità mendicinese per aver interrotto bruscamente ed ingiustamente, per logiche solo e prettamente personali, un bel percorso amministrativo con una squadra fatta di persone perbene ed esser venuto meno al mandato affidatogli dalla cittadinanza».

«Per l’esternalizzazione dei tributi è venuto meno qualsiasi approccio democratico, nessuna giunta comunale per dare direttive, nessuna commissione consiliare attivata per la sua approvazione, ma solo una delibera pronta all’uso, da presentare in Consiglio. E qui mi tocca fare la differenza con le mie deleghe – ha spiegato ancora Irma Bucarelli -. In occasione dell’approvazione definitiva del PSC, da un cilindro, dopo aver fatto una battaglia tutti insieme per 7 lunghi anni, uscì la sua proposta di ripristinare parzialmente la zona industriale di San Bartolo e lì pretese una riunione di maggioranza e l’attivazione anche delle commissioni consiliari. Fortunatamente riuscii a fare valere le ragioni del territorio, anche grazie al supporto dei consiglieri a lui vicini che avallarono la mia scelta di coerenza, equità e legalità. Altro che nemici di Mendicino! Il vero nemico, anche in quell’occasione, fu lui, che provò a portare avanti logiche politiche e personalistiche».

«A lui che parla di anti Palermo gli dico che si era messo a capo di una coalizione che da mesi o forse da anni cerca di fermare un treno in corsa, un treno a cui lui ha sempre deciso di non agganciarsi, alla ricerca affannosa di “candidati di superamento”. Ma superamento da chi? Da chi lui vedeva lavorare giornalmente per portare risultati tangibili per il nostro territorio? Io che mai ho ricercato like o vittimismi per riscuotere apprezzamenti ma che ho camminato sempre e solo con la forza dei fatti. Perché ritengo che il valore si dimostri sul campo, non come qualcuno fa sempre, dietro una tastiera! Il mio percorso in questi anni è stato un percorso lineare, fatto di lavoro e impegno, sul quale nessuno può contestare nulla. Il mio operato è stato sempre e solo rivolto alla comunità e mai ho pensato alle scalate politiche. Sarei potuto diventare Consigliere Provinciale, avrei potuto concorrere come Consigliere Regionale, addirittura mi era stata proposta un candidatura alla Camera. Ma io non ho la SUA presunzione! Ho sempre trattato tutti con rispetto e garbo, confrontandomi e approcciando le problematiche e le persone con pazienza, ascolto ed intelligenza. Ma mai ho accettato la mancanza di rispetto, maggiormente quella intellettuale!».

Poi Irma Bucarelli annuncia la sua candidatura, ancora da vedere se a sindaco o a semplice consigliere. Tutto, anche alla luce del ruolo di primo piano ricoperto finora, sembra che conduca alla poltrona di primo cittadino. «Tra un anno io ci sarò, insieme alla mia squadra, la stessa che in questi giorni mi ha sorretto, aiutata e resa orgogliosa nell’avermi dato il ruolo di leader, i miei amici consiglieri, Ignazio Giordano, Rossella Giordano, Roberto Caputo, il mio splendido e impagabile gruppo di amici, il consigliere Raffaele Vena ed il suo gruppo, una splendida sorpresa e tanti tanti altri che qui non menziono con un’emozione così grande che segna il mio volto. Non voglio ripercorrere 9 anni stupendi, ci sarà tempo e luogo per fare ciò, non mi reputo il miglior assessore che Mendicino abbia avuto e voglio solo essere ricordata come colei che ha dato il massimo per la sua comunità. A presto Mendicino. Io resto a servizio della mia comunità».

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