Mendicino, esecutive le dimissioni di Palermo. Arrivano i commissari
Scaduti i 20 giorni di tempo previsti per il ritiro. Il sindaco si aspettava un passo indietro dei consiglieri di maggioranza e un intervento del Pd che invece è rimasto in silenzio
Le dimissioni presentate dal sindaco di Mendicino Antonio Palermo diventano efficaci ed irrevocabili. Sono trascorsi infatti 20 giorni dalla loro presentazione lo scorso 26 luglio. Si procederà quindi allo scioglimento del Consiglio, con contestuale nomina di un commissario.
Palermo avrebbe fatto un passo indietro, ritirando le dimissioni, nel caso i consiglieri di maggioranza e gli esponenti di giunta avessero rivisto pubblicamente le proprie posizioni. Così invece non è stato e il secondo mandato del primo cittadino termina con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza naturale.
Il sindaco si sarebbe aspettato anche una presa di posizione da parte della federazione provinciale del Partito Democratico che invece non è avvenuta. Anche il silenzio dei vertici dei democrat ha influito sull’esito finale. Per lui, che insieme ad altri esponenti locali come Giacomo Mancini ha fondato la corrente Sfida Riformista, è ulteriore motivo di riflessione. Anche perché la segreteria cittadina Francesca Reda è stata la sua più grande avversaria nel pubblico consesso.
Tornando al Comune di Mendicino, le prime frizioni, come noto, si registrarono già un paio di anni fa, quando Ignazio Giordano perse il posto in Giunta. Restò tra gli assessori invece Irma Buccarelli. I due, insieme a Rossella Giordano e Roberto Caputo, non si sono presentati nell’assise del 25 luglio lanciando a dire di Palermo un chiaro segnale politico. Messaggio che ha ritenuto irricevibile rassegnando le dimissioni. La versione dei diretti interessati, invece, ridimensionò il contesto: in una nota parlarono di una seduta facoltativa e per nulla vincolante per l’approvazione del bilancio consuntivo 2022.
«Oggi è un giorno tristissimo per me che in questi anni ho dedicato tutto me stesso alla nostra comunità, mettendo da parte ogni cosa, dalla famiglia al lavoro, dagli affetti alle passioni – ha commentato Palermo -. Chi ha deciso di far venire meno la mia maggioranza ha messo la parola fine alla mia sindacatura».
«Mai avrei pensato che si potesse arrivare a tanta irresponsabilità da parte di chi aveva finanche l’ambizione di guidare quelle Istituzioni che invece ha affossato – ha continuato l’ormai ex sindaco di Mendicino dopo aver palesato la sua delusione per l’epilogo – . Privare un Comune del proprio primo cittadino, eletto direttamente dal popolo, è un gesto gravissimo. Ma quando ben 4 consiglieri della tua maggioranza, di cui 2 assessori della tua Giunta, scelgono di non presentarsi in Consiglio Comunale, lasciando il proprio Sindaco senza più i numeri per poter governare, di fatto stanno decretando la fine di un’esperienza amministrativa, quell’esperienza esaltante figlia del mandato popolare che avevamo ricevuto nuovamente dai cittadini nel Maggio 2019».
«E come se tutto ciò già non bastasse – ha chiuso Antonio Palermo – a coloro i quali hanno agito così irresponsabilmente non sono serviti, ahimè, neanche questi 20 giorni dalle mie dimissioni a prendere atto della gravità del loro gesto e scusarsene pubblicamente con il sindaco e la città. Né costoro hanno sentito il dovere di rivolgere un appello pubblico al primo cittadino per ritornare sulle sue decisioni, assicurandogli, ma stavolta con piena lealtà, rispetto e fiducia fino alla fine della consiliatura. Il commissariamento è una sconfitta di cui costoro si porteranno addosso tutte le responsabilità. E con loro anche tutti quelli che non hanno mosso neanche un dito per evitarlo».