Strage di San Lorenzo del Vallo, ergastolo definitivo per Luigi Galizia
Condannato anche in Cassazione per il duplice omicidio di Edda Costabile e Ida Maria Attanasio commesso per vendetta nel 2016 all'interno del cimitero
Condanna definitiva per Luigi Galizia (41 anni) che sconterà l’ergastolo per il duplice omicidio di Edda Costabile (77) e Ida Maria Attanasio (52) avvenuto a San Lorenzo del Vallo il 30 ottobre del 2016. Per la giustizia italiana, dunque, è lui l’uomo che quel giorno “profana” il cimitero del piccolo centro in provincia di Cosenza, uccidendo le due donne, madre e figlia, che si erano colà recate in visita ai loro cari defunti. Una dinamica terrificante, con Edda, la più anziana, fulminata immediatamente a colpi di pistola e Ida Maria giustiziata dopo un breve inseguimento tra le tombe.
Si sarebbe trattato di una vendetta, feroce e medievale. Questo il movente per come certificato dalle indagini e vidimato dai giudici. Pochi mesi prima, infatti, il fratello di Luigi – Damiano Galizia – era stato ucciso da Francesco Attanasio in circostanze a tutt’oggi chiarite solo in parte. La tesi d’accusa era che, nell’impossibilità di pareggiare i conti con l’assassino ormai rinchiuso in carcere, Galizia avesse sfogato la sua ira contro la mamma e la sorella di Attanasio.
E’ stato un processo tormentato che, non a caso, approdava in Cassazione per la seconda volta. La prima era coincisa con l’annullamento della condanna al carcere a vita decretata nei precedenti gradi di giudizio e nella celebrazione di un nuovo Appello disposta dai giudici romani. Oggi la procura generale presso la Corte di Cassazione aveva chiesto di rigettare il ricorso.
Tali circostanze maturano a maggio del 2022 in accoglimento del ricorso presentato dai difensori Cesare Badolato e Francesco Boccia e, all’epoca, determinano anche la scarcerazione dell’imputato. Durerà poco perché al ritorno in aula il verdetto resta immutato. Il 12 dicembre del 2022, infatti, l’Appello bis culmina nella nuova condanna all’ergastolo di Galizia. Un anno dopo, la sentenza diventa definitiva. La parte civile era rappresentata dall’avvocato Antonio Ingrosso.