Narcotraffico ad Amantea, gli imputati “vicini” a Francesco Suriano
Il gup di Reggio Calabria, parlando della presunta associazione, evidenzia l'operatività di Antonio e Gennaro Paletta, e di William e Giampiero Pati
Il gup di Reggio Calabria Giovanna Sergi non ha avuto dubbi nell’affermare che Antonio e Gennaro Paletta, fossero “vicini” all’organizzazione dedita al narcotraffico capeggiata da Francesco Suriano, originario di Amantea. Lo ha scritto il giudice di merito nella sentenza di primo grado del processo “Crypto“, l’indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro il presunto clan Certo-Cacciola-Pronestì, operante a Rosarno.
«Tra i partecipi dell’organizzazione criminale dedita al narcotraffico vi erano certamente i fratelli Antonio e Gennaro Paletta, il cui attivismo operativo nell’interesse del gruppo traspare in plurime occasioni. I due, sfruttando l’attività di autotrasportatore di Antonio Paletta erano, infatti, costantemente a disposizione per assicurare i traffici illeciti a cui l’associazione era stabilmente dedicata» scrive il gup nel provvedimento.
«Contrariamente ai rilievi difensivi, che tendono a giustificare i contatti tra gli imputati e Suriano con le attività lecite in cui erano impegnati (quella di autotrasportatore di Antonio Paletta e di commerciante di frutta di Suriano), i dialoghi registrati nel corso dell’attività di indagine rassegnano invece un attivismo operativo dei due imputati nel settore degli stupefacenti gestito da Suriano assolutamente efficace, tanto da palesarsi come nevralgico per gli interessi del sodalizio, considerati i quantitativi oggetto di trasporto e le plurime vicende che li vedevano impegnati» afferma il gup Sergi.
«Analogamente deve dirsi per gli imputati Giampiero Pati e William Pati, il cui ruolo di partecipi al sodalizio risulta conclamato da plurimi elementi. Anzitutto corretta è la loro identificazione, come si coglie da quanto indicato dalla P.G. operante, che ha riassunto i dati che hanno portato a svelare la loro identità nella scheda identificativa in atti ed alla quale si rimanda interamente. Quanto a William Pati, si tratta di soggetto certamente in contatto con Suriano, come dimostra il controllo di P.G. dell’8 marzo 2018, che consentiva di monitorare l’incontro tra Porcaro e l’amanteano accompagnato da William Pati» aggiunge il giudice di primo grado.
«Quanto a Giampiero Pati, per il quale la difesa ha lamentato la genericità dei criteri usati dalla P.G. per l’identificazione dell’imputato, occorre osservarsi come, al contrario, il materiale probatorio offerto all’attenzione offra ampi spunti per ritenere acclarata l’identità» di un’utenza telefonica «intestata ad un soggetto di comodo, ma utilizzata da Giampiero Pati nelle sue interlocuzioni con il cugino William Pati. In data 6 febbraio 2018, Francesco Suriano faceva ritorno ad Amantea ove si era recato a Cosenza a consegnare a Roberto Porcaro dello stupefacente. Compatibilmente con le celle impegnate dal suo cellulare, veniva rilevato il transito del Fiat Doblò, intestato ed in uso a Giampiero Pati sul quale viaggiava certamente Suriano».