mercoledì,Maggio 15 2024

Manna: «Chi è il mandante dello scioglimento di Rende? Mi incendiarono anche un’auto»

L'ex sindaco spara a zero su Succurro e i commissari in conferenza stampa, poi lancia qualche frecciata a Caruso: «Chiediamo l'intervento di Mattarella, con Jole Santelli tutto ciò non sarebbe successo. Respingiamo ogni accusa»

Manna: «Chi è il mandante dello scioglimento di Rende? Mi incendiarono anche un’auto»

Si sono presentati quasi tutti i protagonisti degli ultimi dieci anni di governo comunale rendese alla conferenza stampa di Marcello Manna. C’erano Marta Petrusewicz, Annamaria Artese e Lisa Sorrentino, fedelissime dell’avvocato penalista, ma anche chi come Gaetano Morrone ha iniziato nuovi percorsi politici (in Azione, ndr) o chi è entrato in contrasto con il Laboratorio Civico durante il periodo di vicariato come Franchino De Rango.

La richiesta a Mattarella e la relazione non concessa

«Stiamo preparando un dossier con annessa richiesta di intervento di Sergio Mattarella. È il garante dei diritti di tutti gli italiani, anche dei nostri». Perché per l’ex sindaco di Rende, comune sciolto per infiltrazioni mafiose, il tema vero è quello dei diritti violati «da una legge ingiusta e paradossale» e «dal fatto che non conosciamo ancora il contenuto della relazione della Commissione d’accesso». Insomma, di tutte le accuse piovute in questo ultimo anno e mezzo di presunte infiltrazioni e di commistioni con ambienti criminali nemmeno a parlarne. «Noi gridiamo totale estraneità – ha aggiunto -. Siamo stati sciolti per corbellerie. Il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, ha scritto che una volta insediatisi i commissari, gli atti non sono più oggetto di secretazione. Questo è un primo corto circuito che denuncio, perché nessuno ci ha fornito nulla nonostante le reiterate richieste».

Come noto, lo scioglimento del Consiglio comunale di Rende è avvenuto nello scorso mese di giugno, per infiltrazioni mafiose ed è stato disposto in conseguenza degli esiti del lavoro svolto dalla Commissione d’accesso antimafia, a seguito dell’inchiesta denominata “Reset” condotta dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri contro le cosche della ‘ndrangheta attiva nell’area urbana di Cosenza. «La storia ci darà ragione. Purtroppo pagano i cittadini – ha proseguito Manna -. Pizzo, Cirò, Strongoli e Caccuri sciolti per mafia e poi tutti assolti per non aver commesso il fatto. Quei territori hanno perso il treno del Pnrr, perché cala il silenzio? Questo è l’altro corto circuito. È un problema di democrazia che va posto, perché questa legge presenta delle distorsioni. Rende ha aderito all’istanza di modifica dell’attuale normativa, richiesta da oltre duecento amministratori, e ci sarà un’assemblea il prossimo 14 gennaio a Reggio Calabria».

Marcello Manna e l’aspetto politico della vicenda

Ma la discussione in sala cambia improvvisamente binario. «I commissari prefettizi fanno i commissari o i politici? – si è chiesto quasi ironicamente – Hanno sospeso per un anno il Psc quando la Regione ci imponeva di approvarlo entro il 31 dicembre 2023: per me siamo dinanzi ad un atto politico vero e proprio e non è il solo, purtroppo. Noi eravamo pronti ad approvare la rottamazione delle cartelle, ma i commissari hanno fatto scadere i termini e Rende ha perso una grande occasione».

Marcello Manna si è levato quindi un paio di sassolini: ha lanciato un dardo infuocato nei confronti della presidente della Provincia e una frecciatina verso il sindaco di Cosenza. Argomento? Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. «Partecipano le forze dell’ordine, il procuratore, Franz Caruso e Rosaria Succurro – ha detto -. Caruso, dalla relazione stilata della Prefetta Ciaramella, è l’unico che in modo difforme dagli altri si è astenuto dal votare per lo scioglimento. A me e a molti altri, tuttavia, disse che si oppose. La relazione, invece, nulla dice su Succurro che avrebbe votato sì. Posso affermare che sia un fatto inquietante e di matrice politica perché è anche presidente Anci. C’è un qualche mandante? Noi non rispondevamo a nessuno, ma forse senza Rende di mezzo è più facile arrivare alla città unica. In Calabria il potere politico e giudiziario è fortissimo, ma con Jole Santelli tutto ciò non sarebbe accaduto…».

Marcello Manna, nel ribadire che tutti i bandi e le gare della sua amministrazione hanno seguito un percorso lineare, ha concluso con un particolare inedito. «Non solo non c’era puzza di bruciato a Rende – ha chiosato – ma il Riesame ha certificato che c’erano elementi del tutto contrari. L’esempio lampante è lo sfratto nei confronti di due soggetti in odore di mafia eseguito dal Comune per recuperare un immobile occupato abusivamente. Poco dopo mi è stata incendiata una macchina, ma in Prefettura questa cosa non l’hanno vista».

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