giovedì,Marzo 28 2024

Incatena il fratello, accusato di sequestro di persona: «Mi chiese di legarlo»

Il giorno dell’imputato. Ieri mattina dinnanzi al tribunale collegiale di Cosenza un ragazzo 23enne di Montalto Uffugo si è sottoposto alle domande della pubblica accusa e dell’avvocato difensore Chiara Penna nell’ambito del processo in cui è accusato di aver sequestrato il fratello minore. Nella scorsa udienza è stato sentito il padre dei due ragazzi che

Incatena il fratello, accusato di sequestro di persona: «Mi chiese di legarlo»

Il giorno dell’imputato. Ieri mattina dinnanzi al tribunale collegiale di Cosenza un ragazzo 23enne di Montalto Uffugo si è sottoposto alle domande della pubblica accusa e dell’avvocato difensore Chiara Penna nell’ambito del processo in cui è accusato di aver sequestrato il fratello minore.

Nella scorsa udienza è stato sentito il padre dei due ragazzi che aveva riferito che quel giorno non c’era perché accompagnò il figlio disabile al centro. Tornato a casa tutta la famiglia pranzò insieme e il figlio minore in quel momento non era legato. Dopo aver riposato, trovò i carabinieri che sarebbero stati chiamati dalla vittima. 

L’imputato deve rispondere di sequestro di persona con l’aggravante della minore età e del grado di parentale. Avrebbe legato e incatenato il fratello minorenne pur di non farlo uscire fuori poiché avrebbe potuto incontrare di nuovo, e quindi frequentare, un gruppo di amici che a quanto pare era particolarmente vivace. Il fratello minore, inoltre, mancava spesso da scuola, motivo per il quale la famiglia ha patito le pene dell’inferno. Nel gennaio del 2015, il misfatto. La vittima “impone” – secondo quanto dichiarato da egli stesso – di farsi bloccare con le catene, nel tentativo di accelerare i tempi per l’ingresso in una casa famiglia che aveva lasciato pochi mesi prima senza motivo. 

L’imputato, ieri mattina, ha spiegato ai giudici che è stato il fratello minore a chiedergli di incatenarlo e quando è arrivato nella stanza i piedi erano già bloccati. Ha aggiunto che poteva muoversi dentro casa e che le chiavi erano nell’appartamento. Inoltre ha sottolineato che entrambi hanno chiamato i carabinieri, perché l’intento del fratello minore era quello di andare via da casa. Non si immaginava, però, che potesse finire in questo modo ovvero di trovarsi davanti a un giudice a rispondere di un reato che ritiene di non aver commesso. Il processo è stato rinviato.  (a. a.)

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