martedì,Maggio 14 2024

Fiume Oliva avvelenato, la Corte d’Assise di Cosenza assolve l’imprenditore Cesare Coccimiglio

Si è chiuso oggi, davanti alla Corte di Assise di Cosenza, il procedimento penale a carico dell’imprenditore di Amantea Cesare Coccimiglio, imputato di disastro ambientale doloso e di avvelenamento delle acque, a carico del quale il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 16 anni e 6 mesi di reclusione. La Corte di Assise di

Fiume Oliva avvelenato, la Corte d’Assise di Cosenza assolve l’imprenditore Cesare Coccimiglio

Si è chiuso oggi, davanti alla Corte di Assise di Cosenza, il procedimento penale a carico dell’imprenditore di Amantea Cesare Coccimiglio, imputato di disastro ambientale doloso e di avvelenamento delle acque, a carico del quale il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 16 anni e 6 mesi di reclusione.

La Corte di Assise di Cosenza, dopo un dibattimento durato quasi 4 anni, ha oggi assolto Cesare Coccimiglio da tutte le imputazioni per non aver commesso il fatto, recependo le tesi e le richieste del suo difensore, avvocato Nicola Carratelli.

La vicenda ha avuto origine dal rinvenimento di una serie di rifiuti tossici e nocivi lungo la foce del fiume Oliva, nei territori compresi tra Amantea, Aiello Calabro e Serra d’Aiello.

La Procura della Repubblica di Paola, utilizzando i più moderni strumenti di rilevazione dei dati del suolo e del sottosuolo, aveva contestato al Coccimiglio di aver realizzato una enorme discarica con accumulo di  decine di migliaia di metri cubi di fanghi contaminati con metalli persanti ed altri inquinanti, tossici, nocivi e cancerogeni, nonché di avere avvelenato le acque del Fiume Oliva, destinate al consumo umano.

Nel giudizio si erano costituiti come parti civili numerosi enti, quali i Comuni della zona interessata, le organizzazioni ambientaliste e sindacali, ed il Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea.

In sede dibattimentale l’avvocato Carratelli ha dimostrato come l’accumulo del materiale inquinante non poteva essere ricondotto all’attività dell’imprenditore Cesare Coccimiglio, essendosi per contro dimostrato che per diversi anni quell’area era stata addirittura adibita a discarica da parte di alcuni Comuni.

Da segnalare che inizialmente la Procura di Paola aveva ipotizzato anche la presenza di rifiuti radioattivi, poi, però, esclusa da più accurate ricerche condotte dall’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

La sentenza assolutoria riconosce la piena legittimità dell’operato dell’imprenditore Cesare Coccimiglio, titolare di un importante gruppo aziendale che da anni garantisce attività occupazionale a decine e decine di famiglie della zona.

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