mercoledì,Maggio 8 2024

Analisi tattica: Cosenza, un errore penalizza una buona prestazione

di Gianluca Gagliardi* Il gol di Saraniti, a parte la posizione dubbia, è arrivato a margine di un errore da parte dei difensori del Cosenza: quello di voler cercare il fuorigioco nell’area piccola. Di certo gli elementi esperti del gruppo ne avranno già discusso. Cosenza e Lecce hanno dato vita ad un incontro equilibrato e

Analisi tattica: Cosenza, un errore penalizza una buona prestazione

di Gianluca Gagliardi*
Il gol di Saraniti, a parte la posizione dubbia, è arrivato a margine di un errore da parte dei difensori del Cosenza: quello di voler cercare il fuorigioco nell’area piccola. Di certo gli elementi esperti del gruppo ne avranno già discusso.

Cosenza e Lecce hanno dato vita ad un incontro equilibrato e privo di emozioni, sicuramente condizionato dal manto erboso reso quasi impraticabile dalla pioggia ma ancor di più dall’importanza della posta in palio. Cosenza che avrebbe potuto rilanciarsi verso quelle posizioni più consone al blasone e agli investimenti fatti e Lecce che superando l’ostacolo Cosenza avrebbe forse messo una seria ipoteca sul primo posto in campionato. Questi i contenuti di una partita sentita altresì per motivi non di campo e storicamente dai toni accesi.

Braglia ripropone il 3-4-3 visto in Coppa Italia in contrapposizione al già collaudato 4-3-1-2 dei giallorossi ospiti. Partita dai bassi contenuti tecnici mortificata, come già accennato, dal pietoso manto erboso e che si è sviluppata per buona parte del primo tempo nella zona centrale del campo. E’ lì ha prevalso la superiorità numerica degli ospiti sempre primi sulle seconde palle e leggermente più cattivi nei contrasti, ma che non ha trovato mai sbocco in avanti dove le rispettive difese hanno avuto la meglio sugli attacchi.

I portieri inoperosi del primo tempo testimoniano di una gara bloccata da tanta tensione e dalla poca voglia di entrambe le compagini di rischiare qualcosa per vincere. Il 4-3-1-2 di Liverani è sembrato poco consono per le caratteristiche fisiche e tecniche dei singoli (Tsonev e Torromino su tutti) in rapporto alla situazione ambientale e rispetto alla disposizione tattica del Cosenza. Il bulgaro non è mai entrato in partita non trovando spazio tra le linee rossoblu mentre il crotonese non ha mai potuto godere di quella profondità necessaria per dar sfogo alla sua velocità visto la difesa bassa attuata dai padroni di casa in fase di non possesso.

Il Cosenza da parte sua ha tenuto bene il campo cercando anche il dialogo palla a terra per poi innescare i te davanti. Proprio i tre davanti hanno a mio avviso “bloccato” la manovra della squadra per non aver cercato mai la profondità, piuttosto che andare incontro e/o aspettare la palla nei piedi. Certo è che dei tre il più vivace e spigliato sembra essere stato Tutino, capace comunque di creare qualcosa quando entra in possesso e non solo.

Nel secondo tempo è Liverani per primo a cambiare qualcosa mettendo più centimetri e fisicità ma senza abbassare il livello qualitativo, avendo la “ fortuna “ di poter sostituire Tsonev con Tabanelli prima e Torromino con Di Piazza poi. Occhiuzzi ha risposto con Trovato per Okereke con l’intento, presunto, di irrobustire ed equilibrare il centrocampo ovvero laddove era in inferiorità numerica.

Come spesso accade è l’episodio che ha determinato il risultato più che un predominio di una squadra su un’altra. Episodio generato, anche questo come accade spesso, da un grave errore della linea difensiva di casa. Errore che non sta nel mancato fuorigioco, ma nell’aver cercato il fuorigioco! Marcare l’avversario, specie se si è nell’area piccola, è l’unica cosa da fare in quelle circostanze.

Sono sicuro che di questo ne avranno già discusso nello spogliatoio, perché giocatori navigati e umili quali Corsi, Idda e Pascali in particolare, sanno quando si sbaglia e cosa si deve fare. Ottima è stata la reazione dei Lupi che almeno in un paio di occasioni sono andati vicino al pari. Anche in questo caso penso che ciò sia coinciso con l’entrata in campo del buon Baclet che, affiancando Perez, ha dato più pressione e presenza nell’area salentina, consentendo altresì al Tutino di sfruttare gli spazi che gli stessi hanno procurato.

Bravo Liverani ad accorgersi del pericolo operando il doppio cambio e ridisegnando la squadra con un 5-3-1-1 dove Legittimo è andato a stringere e formare la barriera a tre con Cosenza e Marino, mentre Lepore (non uno qualunque) a destra e di Matteo a sinistra hanno sostituito Saraniti e Ciancio.

Quest’ultimo aspetto è da ascrivere a merito degli ospiti e in particolar modo alla società e al direttore sportivo, capaci di mettere a disposizione del tecnico una rosa ampia e di qualità con caratteristiche diverse in ogni singolo. Il risultato finale non deve opprimere la squadra rossoblù ma piuttosto rinforzarla per aver giocato la terza partita con la prima della classe senza aver subito mai nel gioco e nel complesso in generale!
*Gianluca Gagliardi, allenatore ex Cosenza e Triestina

 

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