mercoledì,Maggio 1 2024

Rimborsopoli, Nicola Adamo dovrà restituire oltre 200mila euro

La Corte dei Conti ha condannato Nicola Adamo, ex vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, a restituire 235mila euro alla Regione Calabria. L’esponente politico cosentino, indagato di recente nell’inchiesta “Rinascita Scott”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è accusato di danno erariale in riferimento all’utilizzo di somme per pagare un contratto di servizio stipulato con l’associazione

Rimborsopoli, Nicola Adamo dovrà restituire oltre 200mila euro

La Corte dei Conti ha condannato Nicola Adamo, ex vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, a restituire 235mila euro alla Regione Calabria. L’esponente politico cosentino, indagato di recente nell’inchiesta “Rinascita Scott”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è accusato di danno erariale in riferimento all’utilizzo di somme per pagare un contratto di servizio stipulato con l’associazione “L’idea” e per spese fatturate all’associazione ovvero per erogazioni a favori di componenti della stessa. Secondo la Corte dei Conti, a sostegno di tali pagamenti, non sussiste alcuna documentazione.

Non solo Nicola Adamo, ecco gli altri politici

Tuttavia, Nicola Adamo non è l’unico politico a dover risarcire la Regione Calabria. Infatti, la Corte dei Conti ha deciso che Ferdinando Aiello, indagato per corruzione aggravata dal metodo mafioso dalla Dda di Salerno, al pari dell’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto, dovrà pagare 7mila euro. Risultano prescritte infine le somme di Giuseppe Bova e Vincenzo Ciconte, mentre Pasquale Maria Tripodi ha patteggiato per il 50% della somma contestata dalla Corte dei Conti: si tratta di 10mila euro.

Nicola Adamo si difende

Il politico cosentino annuncia di aver incaricato l’avvocato di fiducia, Ugo Celestino ad inoltrare ricorso avverso la sentenza della Corte dei Conti «che imputa al sottoscritto la responsabilità della spesa di 235mila euro dei fondi che il Consiglio regionale della Calabria ha destinato, per gli anni 2010-2011-2012, alla componente del gruppo consiliare misto». Nicola Adamo spera di ribaltare l’esito in Appello. «Ho il dovere di precisare che neanche un solo euro è stato “intascato” dal sottoscritto. E la stessa Corte dei Conti afferma che per quanto riguarda Nicola Adamo, il presunto danno erariale si sarebbe configurato solo “nell’utilizzo di somme per pagare un contratto di servizio stipulato con l’associazione “L’idea” e per spese fatturate all’associazione ovvero per erogazioni a favori di componenti della stessa». 

Nicola Adamo conclude così: «Nessuna accusa di aver intascato o di essermi appropriato né illecitamente né legalmente di alcuna benché minima cifra di denaro. Si rende necessario questo chiarimento al fine di ripristinare la realtà dei fatti di fronte ad evidenti speculazioni e strumentalizzazioni, che soprattutto attraverso la rete web e i canali social, in queste ore, si diffondono artatamente e di cui, naturalmente, sarà valutata la sussistenza dei termini diffamatori, ai fini di conseguenze querela». 

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