La procura di Paola non molla l’associazione “segreta”: i dettagli
La procura di Paola continua ad indagare sulla "loggia occulta". Dall'inchiesta sugli appalti emergono, tuttavia, le presunte collusioni.
La procura di Paola individua quali promotori dell’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di reati contro la pubblica amministrazione, Luigi Cristofaro e Giuseppe Del Vecchio, gli unici due indagati che il gip Maria Grazia Elia ha posto agli arresti domiciliari. Dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea e dai militari dell’Arma del Nucleo Investigativo di Cosenza, Antonio Del Vecchio, Maria Grazia Melega e Francesco Esposito, «costituivano e partecipavano ad una stabile organizzazione, costituente un vero e proprio “cartello” di professionisti, che mirava ad eludere le norme sulla libera concorrenza e trasparenza degli appalti al fine di ottenerne illegittimamente l’aggiudicazione e dividerne gli importi tra tutti gli associati», anche tra quelli che rimanevano fuori dall’appalto. (LE PAROLE DEL PROCURATORE BRUNI)
Il capo B, quello relativo alla presunta associazione “segreta”, in violazione alla Legge Anselmi, è stato omissato, perché le indagini sono ancora in corso. Sul punto, infatti, Cosenza Channel aveva riferito la circostanza secondo cui in Prefettura, a Cosenza, non c’era alcuna traccia di questa presunta loggia che avrebbe i connotati della massoneria.
Inchiesta della procura di Paola, indagati a caccia delle cimici
Nell’inchiesta, tuttavia, c’è tanta carne al fuoco. Si percepisce il clima di grande preoccupazione da parte degli indagati di essere scoperti dalle forze dell’ordine, tanto che in più casi, alcuni di essi si adoperano per “bonificare” auto e stanze, pensando di farla franca. D’altronde, lo stesso gip del tribunale di Paola, che ha comunque accolto parzialmente la richiesta cautelare avanzata dall’ufficio inquirente, ha evidenziato come l’attività tecnica abbia fornito gli elementi necessari per sostenere i gravi indizi di colpevolezza relativamente ai capi A, C e D. (QUI LA NOTA DEI CARABINIERI)
Da Aieta a Moliterno
Nel terzo capo d’imputazione, infatti, si parla dell’affidamento dei servizi tecnici relativi ai lavori di “consolidamento dei versanti in località San Giovanni e ripristino della viabilità” per un importo pari a 70mila euro, indetta dal comune di Aieta. In questo caso, secondo la procura di Paola, Luigi Cristofaro era in palese conflitto di interessi, «avendo assunto il ruolo di supporto al Rup» e quindi doveva astenersi dal procedimento «a cui partecipavano i suoi sodali Giuseppe Del Vecchio, Antonio Del Vecchio e Maria Grazia Melega e nella quale Giampietro D’Alessandro svolgeva il ruolo di presidente della commissione di gara, così contribuendo Luigi Cristofaro alla predisposizione e svolgimento delle procedure relative all’appalto conseguiti dagli aderenti all’associazione».
L’altro appalto finito nel mirino della procura di Paola è quello relativo “all’affidamento incarico professionale per le verifiche tecniche di livelli di vulnerabilità sismica dell’Istituto tecnico commerciale del Comune di Moliterno», in provincia di Potenza. Nel caso di specie, le indagini dei carabinieri hanno riguardato Luigi Cristofaro, Antonio Del Vecchio, Giuseppe Del Vecchio, Maria Grazia Melega e Francesco Esposito.
Nel mirino anche il comune di Belvedere Marittimo
Ma nell’inchiesta su appalti e massoneria finisce anche il comune di Belvedere Marittimo, a cominciare dal responsabile dell’ufficio tecnico, Paola Di Stio fino all’assessore ai Lavori Pubblici e Viabilità, Marco Liporace. Nel mirino l’affidamento relativo a “interventi volti al risparmio energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio comunale” per un importo complessivo pari a 70mila euro, di cui 50mila circa ottenuti da Giuseppe Marsico «che presentava un ribasso pari al 7,20% e 14.164,59 a Giuseppe D’Alessandro in relazione alla direzione dei lavori».
E infine, la procura di Paola ha acceso i riflettori anche sull’assessore al Turismo del comune di Belvedere Marittimo, Vincenzo Cristofaro che, insieme a Paolo Di Stio e Silvano Cairo, avrebbe posto in essere «condotte manipolatorie finalizzate a turbare la gara relativa a “fondi strutturali europei – programma operativo nazionale “per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 – Asse II – infrastrutture per l’istruzione – avviso pubblico per gli interventi di adeguamento e di adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza sanitaria da Covid-19”». Affidamento che fruttò 40mila a Silvano Cairo «che presentava il maggiore ribasso pari a 7.01%».