Pestaggi “eccellenti” a Rossano, indaga la procura di Castrovillari
Nei giorni scorsi picchiato a sangue Gennarino Acri, fratello del pentito "Occhi di Ghiaccio". Su Rossano, per ora, indaga Castrovillari.
Nei giorni scorsi, i carabinieri della Compagnia di Rossano sono intervenuti in una zona periferica di Corigliano Rossano a seguito del pestaggio ai danni di Gennarino Acri, pregiudicato, nonché fratello del nuovo collaboratore di giustizia, Nicola Acri, alias “Occhi di ghiaccio”, che a distanza di quasi dieci anni al suo arresto, dopo un periodo di latitanza, ha deciso di aiutare i magistrati della Dda di Catanzaro a ricostruire le dinamiche criminali della Sibaritide.
Nella notte spari nel centro storico di Rossano
Gennarino Acri è stato picchiato con ferocia, tanto che oggi si trova ricoverato presso l’ospedale di Rossano, ma non è in pericolo di vita. Nelle ore successiva all’aggressione “eccellente”, compiuta da ignoti mentre la vittima si trovava a bordo della sua Smart, altre persone legate in passato a Nicola Acri sono state intimidite. Insomma, si respira un clima di tensione a Rossano, aggravato da altri episodi inquietanti avvenuti nella notte. Nel centro storico, infatti, sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco. Sul posto, poco dopo, è giunta una pattuglia del Nucleo Radiomobile di Rossano che ha effettuato i primi rilievi, segnalando il fatto alla procura di Castrovillari.
Su Rossano (per ora) indaga la procura di Castrovillari
Ad oggi, come apprende Cosenza Channel, il pestaggio di Gennarino Acri è di competenza della procura guidata dal procuratore facente funzioni, Simona Manera, in attesa che il nuovo procuratore capo di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, prenda possesso del ruolo (manca la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). Questo perché, allo stato attuale, non ci sono elementi che facciano ipotizzare come l’aggressione ai danni di Gennarino Acri sia collegata al contesto mafioso.
In quel caso, se nel corso delle indagini dovessero emergere profili diversi, la competenza passerebbe alla procura distrettuale antimafia di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri. Tuttavia, il fatto che a subire l’intimidazione sia stato il fratello dell’ex super boss di Rossano fa riflettere sulla reale incisività della criminalità organizzata in tutto il territorio della Sibaritide, dove la ‘ndrangheta continua a fare affari nel traffico di sostanze stupefacenti.