venerdì,Marzo 29 2024

Rende, una canzone e una tavola rotonda per ricordare la storia di amore e fede di Marlena Parisi | VIDEO

La giovane è scomparsa nel 2014 a soli 25 anni a causa di una grave malattia: un percorso difficile che ha affrontato affidandosi a Dio. «Una santa in mezzo a noi», dice il parroco don Mario Ciardullo, che ha scritto per lei il brano "Diamante nel Cielo"

Rende, una canzone e una tavola rotonda per ricordare la storia di amore e fede di Marlena Parisi | VIDEO

Marlena Parisi è morta a soli 25 anni, nel 2014, dopo una malattia che l’aveva consumata nel corpo ma non nell’anima. A reggerla nel suo cammino di sofferenza una fede incrollabile. Per lei don Mario Ciardullo, parroco di Santa Maria della Consolazione di Rende, ha scritto “Diamante nel Cielo”, brano uscito il 30 novembre scorso il cui testo vede la firma anche di Daniele Piovani. A dare il loro contributo anche Andrea Artale e Marco Fazio, e “Le Officine Fotografiche” per la grafica.

Il brano è stato presentato nei giorni scorsi nella chiesa di Gesù Misericordioso di Santo Stefano a Rende, in occasione di una tavola rotonda organizzata per ricordare la giovane trovatasi a 21 anni a combattere contro un tumore al cervello. «Un esempio di fede per tutti – ha detto il parroco –. Una ragazza bellissima, meravigliosa, amante della vita, amata da tutti».

Parole semplici quelle usate nel brano per descrivere una ragazza strappata alla vita troppo presto, ma che è riuscita comunque a lasciare un segno del suo passaggio sulla terra. Un segno colto da don Mario Ciardullo quando ha incontrato tra i suoi nuovi parrocchiani i genitori di Marlena, Fiorella e Lello.

La storia gli è entrata subito dentro, e il pensiero costante di questa giovane che aveva deciso di vivere la sua sofferenza con Gesù come compagno di strada si trasforma, una notte, in «una voce che irrompe nel silenzio», il testo di “Diamante nel Cielo”.

Il giorno dopo, chitarra in mano, nel chiuso della sacrestia don Mario crea la musica: note dolci che accompagnano la storia di Marlena, la piccola coraggiosa guerriera dagli occhi azzurri volata in alto lasciando a terra la sua sofferenza per trovare altrove la pace meritata.

E una canzone sembra il modo più giusto per renderle omaggio, perché Marlena di questo era fatta: musica e amore. Bellissima, piena di vita, con una voce potente, calda, capace di scaldare il cuore al pari del suo sorriso dolcissimo. La passione per il canto accanto alla passione per gli altri, ai quali era sempre pronta a dare una mano. Era stata anche presidente del Leo Club Cosenza, che oggi porta il suo nome e il suo impegno sociale sul territorio.

La tavola rotonda

A ricordarla nella tavola rotonda moderata dalla giornalista Luisa Loredana Vercillo, oltre a don Mario Ciardullo: don Antonio Abbruzzini, la sua amica del cuore Maria Concetta Vizza, il socio del Leo Club Cosenza Francesco Paolo Dodaro e i genitori di Marlena, Fiorella e Lello Parisi. Presenti anche Donata Tortorici, presidente Lions Club Cosenza Castello Svevo, l’avvocato Corina e il corpo dei Vigili Urbani con il gonfalone in rappresentanza del Comune di Rende.

Il via ai lavori è stato una preghiera recitata da don Mario, a seguire la voce di Marlena si è diffusa nella chiesa con il canto “Ai piedi di Gesù”. Gli ospiti hanno tracciato un profilo della ragazza, la cui fede non ha vacillato dinanzi alla prova più difficile: una santità quotidiana, è stato detto.

Fiorella e Lello Parisi hanno ripercorso la vita e la malattia della figlia, con la forza d’animo di due genitori straordinari, lacerati dal dolore ma allo stesso tempo sorretti dalla loro umanità e dalla fede che gli ha permesso di trovare nel travaglio e nella morte della loro Marlena un disegno di amore di Dio.

Ne è venuto fuori un ritratto, tratteggiato dalle tante testimonianze di chi ha l’ha conosciuta, di una giovane donna coraggiosa che ha affrontato quello che le era capitato scegliendo l’unica via possibile: quella dell’amore.

L’ultimo boccone del pasto di Marlena era sempre per i poveri, ha ricordato la mamma, assieme a quel sogno di andare in Africa per assistere i bambini che amava tantissimo. Il papà invece ha ringraziato Dio per avergli dato una figlia con un’anima talmente bella da sentirsene indegno: un esempio, quello di Marlena, che indica a tutti di aprire le braccia, lasciar andare il paracadute che ci frena nella vita spirituale e affidarsi a Gesù come si farebbe con un amico.

Mariaconcetta Vizza ha ricordato la sua «sorellina»: «La vita era fatta per lei… Ha affrontato la sua malattia con la stessa grazia e con la stessa gioia che metteva nelle sue giornate, vi sembrerà assurdo ma lei, nella sua malattia, gioiva ancora di più per le piccole cose, che erano diventate sempre più importanti». Toccante il passaggio in cui ha raccontato di quando, stremata dalla malattia, Marlena si sosteneva a lei per muoversi e delle risate dopo le cadute, una fiducia nell’amica che richiama quella riposta in Gesù: «Mi ha insegnato a credere nella vita dopo la morte, nei legami eterni…».

Don Antonio Abbruzzini si è soffermato sulla santità di Marlena, sulle sue richieste di non pregare per la sua guarigione, ma perché sapesse portare la croce come Gesù. Negli ultimi tempi in cui Marlena aveva perso anche la vista, quando don Antonio le faceva visita, il suo sguardo diventava vivo: «Si spostava dal mio volto alla mia spalla e il sorriso si illuminava di infinito, era perché vedeva di certo Gesù e la Mamma Celeste» che tante volte aveva incontrato a Medjugorje.

Don Mario Ciardullo ha ricordato quello che Marlena diceva sempre: «Non pregate per la mia guarigione, ma pregate per la mia salvezza», parole – ha evidenziato – che racchiudono tutta la grandezza e la santità della giovane. Una santità che, secondo il parroco, merita di essere riconosciuta: «Ho un sogno: che un giorno si possa aprire per Marlena un processo di beatificazione perché siamo certi di aver avuto una giovane santa in mezzo a noi».

Un mandorlo per ricordare Marlena

Al termine della serata è stato piantato davanti alla chiesa un mandorlo, nella Bibbia simbolo di rinascita, di speranza, ma anche della costanza di Dio e della fedeltà alle sue promesse. È l’albero che annuncia la primavera, il primo a fiorire e l’ultimo a dare i frutti. Un simbolo di cui ora la comunità è chiamata a prendersi cura, perché custodisce il ricordo e l’esempio grande di Marlena, che continua a vivere in tutti quelli che l’hanno amata e che lei ha amato.

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