martedì,Aprile 16 2024

Propaganda terroristica, la Cassazione annulla la condanna di Domenico Giorno

In primo e secondo grado l'uomo di Luzzi era stato condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere. Ora la Suprema Corte rimanda tutto alla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro

Propaganda terroristica, la Cassazione annulla la condanna di Domenico Giorno

La Suprema Corte di Cassazione, seconda sezione penale, ha annullato con rinvio la condanna inflitta a Domenico Giorno accusato di auto addestramento al fine di commettere atti terroristici. In primo e secondo grado infatti l’imputato era stato condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere.

L’uomo, originario di Luzzi, si era fatto crescere la barba nello stile islamico, aveva imparato a parlare arabo e si era avvicinato allo jihadismo. In particolare, secondo l’accusa rappresentata dalla DDA di Catanzaro, aveva studiato ed imparato a costruire ordigni, preparare attentati ed eludere controlli ed intercettazioni, come un vero “lupo solitario” del terrorismo islamico.

Il blitz a Luzzi della Digos di Cosenza

In casa sua, gli agenti della Digos di Cosenza trovarono manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione di operazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, nonché video ed immagini cruente di esecuzioni dell’Isis, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche di Isis, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’indagato.

Propaganda terroristica a Luzzi, cosa contesta la difesa di Domenico Giorno

La Cassazione ha accolto i motivi di ricorso presentati e discussi dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Antonio Cortese e Michele Franzese del foro di Cosenza, i quali hanno dedotto un vizio di motivazione legato all’omessa valutazione, da parte dei giudici di merito, di argomenti difensivi contenuti in una consulenza tecnica di parte depositata ma non valutata dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro.

I difensori, altresì, hanno dedotto l’insussistenza dell’ipotesi di reato contestata, in considerazione dell’assenza, sul piano materiale, di comportamenti concludenti diretti alla commissione di condotte violente e con finalità terroristiche.

Per avvalorare ciò si sono avvalsi anche di una consulenza tecnica a firma del Dott. Antonio Andrea Miriello che ha analizzato nei supporti informatici in uso all’indagato, i suoi comportamenti online, i suoi contatti, le ragioni della presenza di materiale jihadista provenienti dal web.

Dopo una carcerazione preventiva durata oltre due anni e trascorsa nel carcere di Sassari (sezione terroristi) e dopo la condanna decretata in primo grado e confermata dalla Corte d’Assise d’appello di Catanzaro, dovrà essere rivalutata la complessa vicenda giudiziaria in ossequio ai dettami statuiti dalla Suprema Corte di Cassazione.

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