I sindaci del Cosentino: «Festa della Liberazione alla base di presente e futuro» | VIDEO
I primi cittadini di cinque importanti centri della provincia si espongono sulla giornata di oggi. Le parole di Franz Caruso (Cosenza), Giovanni Politano (Paola), Vincenzo Pellegrino (Amantea), Marcello Manna (Rende) e Pino Capalbo (Acri)
Il 25 aprile e l’importanza che ricopre a distanza di quasi ottant’anni per l’Italia. Cinque sindaci della provincia di Cosenza si sono esposti nello spiegare cosa rappresenti oggi e perché, per loro, è giusto più che mai festeggiare il giorno della Liberazione dal nazifascismo.
Franz Caruso (Cosenza), Giovanni Politano (Paola), Vincenzo Pellegrino (Amantea), Marcello Manna (Rende) e Pino Capalbo (Acri) sono concordi nell’affermare che sia una delle feste fondanti della Repubblica. Ognuno ha fornito una chiave di lettura differente, come emerge nel video che pubblichiamo in testa all’articolo.
Caruso: «Festeggiamo il 25 aprile sperando di non dover più parlare di quell’esperienza»
«Il 25 Aprile è la festa della Liberazione, la liberazione dal nazifascismo, la liberazione dalla dittatura e dall’oppressione del nostro popolo. Oggi più di ieri è necessario ricordare la Liberazione perché ricordando il sangue versato dai partigiani per ridare la libertà al nostro Paese si contrastano azioni populiste e non dico fasciste, ma quasi, che si stanno mettendo in campo da parte di un Governo che deriva da quella storia e da quella esperienza. Sperando che di quella esperienza non si debba più parlare».
Politano: «Il 25 aprile è storia»
«Il 25 aprile è storia, è radici e rivendicazione dei diritti che non devono essere demandati solo a chi li ha vissuti in prima persona, ma che vanno ancora conquistati. Oggi, infatti, dobbiamo liberarci ancora da sentimenti di odio e di preconcetti. Che sia un 25 aprile intenso in un senso di liberazione più ampio verso una vita migliore, ma di diritti soprattutto».
Pellegrino: «Il 25 aprile è il giorno a cui guardare sempre»
«Il 25 è il giorno di un’incipiente primavera, di una primavera che ha visto nascere il sol dell’avvenire e il sole della speranza. È il giorno in cui l’Italia si è lasciata alle spalle il buio tunnel del fascismo e della dittatura. È il giorno in cui in Italia si inizia a costruire un futuro serio e sereno per il Paese. È il giorno in cui noi dobbiamo guardare con speranza a questo futuro e cercare di erigerlo con tutta la nostra forza».
Manna: «Il giorno dei partigiani dei diritti»
«Il 25 aprile è una delle feste più importanti per l’Italia e segna anche il momento in cui si passa anche ad un’idea nuova di Stato con la costituzione della Repubblica. In una parola sono “i partigiani dei diritti”, idea che va coltivata ancora di più oggi nelle scuole. Nelle nuove generazioni si affaccia il tema dell’ambiente, in più ci sono i popoli privi di ogni energia e di servizi come gli sbarchi testimoniano. Le nuove frontiere dei diritti sono queste e il passato ci insegna che bisogna impegnarsi. La società cresce solo se crescono i giovani basandosi su temi così importanti».
Capalbo: «Giorno di Liberazione, che lo sia anche per l’Ucraina»
«Il 25 aprile non ha un significato particolare solo nel 2023. Rappresenta una data importantissima per la storia della Repubblica italiana, perché ha segnato la fine del regime fascista la riaffermazione dei principi di libertà ai quali dovrebbero ispirarsi tutte le istituzioni. «È preferibile una democrazia imperfetta rispetto a un uomo solo al comando che porta chiaramente a una dittatura e dunque a generare un conflitto. Noi stiamo vivendo un conflitto in questa frase, frutto di un regime antidemocratico, che è il confitto tra la Russia e l’Ucraina. Dobbiamo attivarci per favorire percorsi di pace e il 25 aprile del 2023 potrebbe essere letto proprio in questo senso, cioè fare di tutto per poter riaffermare i principi di libertà di uno Stato sovrano, la cui sovranità è stata attaccata dal regime russo».