Caputo scopre le carte sulla città unica: «Dissesto, Psc, ospedale e 1° febbraio 2025: spiego tutto»
Intervista al vicepresidente del consiglio regionale, primo firmatario della proposta di legge sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero
La fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero e la conseguente nascita della città unica agita i consigli comunali dei tre municipi. Martedì i primi due terranno un pubblico consesso in simultanea, mentre il terzo si prepara alle elezioni del prossimo week-end. Il primo firmatario della proposta di legge è il vicepresidente della Regione Pierluigi Caputo che ha accettato di spiegare al nostro network il perché di un’azione così decisa.
Pierluigi Caputo ha bocciato “l’unione dei comuni”. Poi ha rilanciato la data del 1° febbraio 2025 quale giorno dello scioglimento dei tre centri di governo, lasciando aperto però uno spiraglio «migliorativo». Ha risposto alla domanda sul dissesto di Palazzo dei Bruzi e aperto anche alle approvazioni dei nuovi Psc a Cosenza e Rende. Altri argomenti hanno riguardato l’ospedale di VaglioLise e l’assenza di uno studio di fattibilità a monte. Insomma, ha offerto il punto di vista del centrodestra cosentino che ha avviato l’iter alla Cittadella.
Caputo, la proposta di legge regionale di cui lei è primo firmatario parla chiaramente di fusione. Perché l’unione dei servizi che auspicano invece dai tre municipi non è sufficiente?
«L’unione dei servizi non è sufficiente a generare le “economie di scala” e quindi ottenere risparmi sui tributi, garantiti di contro dalla fusione. Il Comune Unico comporta diversi vantaggi, come l’eliminazione di inefficienze e duplicazioni amministrative, la possibilità di sviluppare politiche più coordinate e coerenti per il governo del territorio. Chi sostiene la sola unione dei servizi teme di perdere l’autonomia amministrativa, trascurando i vantaggi dei cittadini».
Il testo giovedì mattina è approdato in Commissione. Non siete entrati nel merito e l’interpretazione data da qualcuno è quella di una frenata. È veramente così?
«È esattamente il contrario, finalmente si è partiti con l’avvio dell’iter procedurale per giungere al referendum consultivo. Le prossime sedute di Commissione serviranno a sentire tutti i soggetti interessati tra cui Sindaci, Associazioni di Categorie, Ordini Professionali, società civile e chiunque altro intendesse partecipare per fornire un importante contributo così per una massima partecipazione e condivisione».
Il confronto, in attesa che i sindaci e le parti in causa vengano convocati in commissione, è solo sui giornali. Da fuori prevale l’idea che la contrapposizione non sia “fusione sì-fusione no”, ma il classico centrodestra contro centrosinistra. È consapevole che i comitati del sì e del no di questo passo saranno espressione da un lato di Pd-M5S e dall’altro di FdI, Fi e degli altri gruppi a sostegno?
«La Città Unica non ha colore politico. Sterili campanilismi potrebbero compromettere il giudizio obiettivo dei cittadini sui vantaggi che la fusione dei Comuni comporta per l’intera comunità».
Levi un dubbio ai cittadini che alla lunga ritengono salti fuori una soluzione “all’italiana”: lo scioglimento dei tre centri di governo avverrà davvero il primo febbraio 2025 o si può trattare sulla cosa?
«Nel disegno di Legge è stata individuata la data del 1° febbraio 2025 considerando le esigenze di pianificazione e preparazione necessarie per garantire una fusione efficace ed efficiente. La data indicata potrebbe subire variazioni solo dinanzi ad eventuali suggerimenti migliorativi».
Il Comune di Cosenza è in dissesto e i debiti, cresciuti anche sotto l’amministrazione di cui lei faceva parte, sono ingenti. Questa situazione come e quanto inciderebbe sul nuovo comune unico?
«Non incide in quanto i debiti da dissesto sono gestiti dall’organo straordinario di liquidazione e non hanno peso sulla gestione corrente. Infatti il comune di Cosenza nel dopo dissesto ha dovuto approvare un bilancio stabilmente riequilibrato. Evidentemente senza i crediti ed i debiti della passata gestione».
Una delle accuse maggiori che vi rivolgono riguarda l’assenza di uno studio di fattibilità economico. Che risponde?
«Nel contesto della nostra area urbana i fattori geografici, culturali ed economici sono così simili da non richiedere uno specifico studio di fattibilità. Inoltre, i vantaggi economici derivanti dalla fusione dei tre Comuni sono tanto evidenti da non necessitare di un approfondimento settoriale, basti pensare alle minori spese di struttura e alle maggiori risorse finanziarie destinabili al miglioramento dei servizi a favore dei cittadini e delle imprese».
Cosenza e Rende vogliono affrettare i tempi per l’approvazione del Psc. È uno strumento importante, ma non cozza con la data del primo febbraio 2025?«Assolutamente no, anzi che ben vengano le approvazioni dei PSC in tempi ragionevoli e precedenti alla data indicata, al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e coerente del territorio».
Questione ospedale. Il primo mattone di quello della Sibaritide è stato posto dopo la fusione tra Corigliano e Rossano. Avverrà così anche per il nuovo hub regionale di Cosenza?
«No, l’auspicio è che la costruzione del nuovo ospedale parta il prima possibile, sicuramente prima della fusione».
La delibera di Palazzo dei Bruzi sull’area di Vagliolise sarà rispettata? Perché tra le righe delle vostre dichiarazioni pare si flirti con l’Unical.
«La proposta di Legge non ha nulla a che vedere con la scelta dell’ubicazione del nuovo ospedale. L’Università della Calabria è un polo attrattore molto importante per la Città Unica, anche in funzione della neonata facoltà di Medicina».
Voi otto consiglieri firmatari cercherete la sponda anche dei colleghi di minoranza e, se sì, da chi in particolare?
«Certamente sì, come ho già detto questo progetto di fusione non ha colore politico. Tutte le esperienze legate alla fusione dei Comuni avvenute negli ultimi anni nel nostro Paese hanno certamente dato un nuovo e maggiore impulso ai territori. Sarà così anche in questo caso».
Orlandino Greco ha parlato di annessione e Castrolibero in autunno proporrà un referendum interno. Cosa risponde? Guardando a quello previsto dalla legge vigente, è certo che vincano i sì alla fusione?
«Intanto la proposta di Legge non riguarda nessuna annessione né fusione per incorporazione, bensì la fusione tra tre Comuni. Il referendum consultivo è già previsto dalla proposta di Legge. La Città Unica è oggetto di discussione pubblica da tanti anni; ho raccolto il sentimento favorevole dei cittadini che si basa sulla speranza di un miglioramento dei servizi pubblici, sulla fiducia della gestione finanziaria ed amministrativa, sull’aspettativa di sviluppo economico e sull’orgoglio di appartenere ad una comunità più grande e moderna. Per questo motivo sono fiducioso sul “si” alla fusione».
Per chiudere, come si chiamerà la città unica? Cosenza Rende Castrolibero è troppo lungo. Co.Re.Ca. c’è già. Ce lo dica lei…
«Lo sceglieranno i cittadini».