giovedì,Maggio 16 2024

«Città unica sì, ma colmi le disuguaglianze e alzi la qualità di vita»

L'ex assessora di Rende Lisa Sorrentino: «Attivare un processo di partecipazione di cittadine e cittadini al di fuori da campanilismi e interessi personali potrebbe essere la strada da seguire per ottenere risultati efficaci»

«Città unica sì, ma colmi le disuguaglianze e alzi la qualità di vita»

di Lisa Sorrentino*

Qualcuno tra i partiti di opposizione si è svegliato dal torpore e si è reso conto che la fusione tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero è in essere, e che è rischioso restare a guardare mentre altri esercitano potere decisionale su quella che potrebbe diventare una delle realtà più importanti della Calabria. La cosa fa indubbiamente gola tanto ai partiti di maggioranza che di opposizione.

Tuttavia, provando a mantenere una equa distanza dalle varie fazioni, è possibile provare a lavorare dal basso su obiettivi comuni e proposte concrete, da non assumere necessariamente come resa dinanzi all’inevitabile. Se, ad esempio, si provasse a guardare alla fusione in una prospettiva di riappropriazione di risorse negate, là dove è sempre più forte l’idea di marginalizzare e affossare il Sud Italia, si potrebbe tracciare una linea di demarcazione di rottura da quelli che allo stato sono i troppi interessi in gioco. Ad oggi si sta da soli, sul piano amministrativo; si sta divisi nei servizi e nelle scelte, ma di fatto si sta insieme nell’urbano.

Un modello condiviso e unitario potrebbe essere il metodo per evitare l’isolamento. Attivare un processo di partecipazione di cittadine e cittadini al di fuori da campanilismi e interessi personali potrebbe essere, in altri termini, la strada da seguire per ottenere risultati efficaci e equi, per eliminare gli alibi di inefficienza, per frenare il ricorso al privato, bloccare il guadagno facile per le società di consulenza chiamate a fare quello che il campanile da solo non è in grado di fare. Per il raggiungimento di tutti questi obiettivi, i confini amministrativi non possono che palesarsi labili come alibi.

I confini sono da sempre cerniere e così vanno intesi. Il tema centrale resta sempre e solo uno: dare qualità della vita, colmare le disuguaglianze, superare sperequazioni nell’organizzazione dei servizi e sostenere chi rischia di rimanere indietro. Gli strumenti ci sono, ma è fondamentale che le linee programmatiche vengano individuate a monte attraverso il dialogo e il confronto, anche e soprattutto tra quelle realtà associative e non, che realmente vivono l’area urbana nel quotidiano e che ne conoscono i disagi.
*Lisa Sorrentino, ex assessore al Comune di Rende

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