mercoledì,Maggio 15 2024

“Reset” a Lamezia Terme, una valanga di testimoni. Ci sono anche 39 pentiti | NOMI

Oltre 250 persone tra esponenti delle forze dell'ordine, collaboratori di giustizia e persone offese. Sarà un dibattimento lungo e intenso

“Reset” a Lamezia Terme, una valanga di testimoni. Ci sono anche 39 pentiti | NOMI

Qualsiasi sia il magistrato che presiederà il collegio giudicante del processo “Reset” a Lamezia Terme non avrà un compito semplice. La Dda di Catanzaro è pronta a presentare una lista testi composta da 254 persone tra esponenti delle forze dell’ordine, collaboratori di giustizia e persone offese. Si annuncia quindi un’istruttoria dibattimentale lunga e intensa con almeno due udienze a settimana al fine di incanalare nel miglior dei modi un procedimento penale storico.

“Reset” infatti è la maxi-indagine della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta cosentina suddivisa in due clan: “zingari” e italiani. Al vertice, secondo i magistrati antimafia, ci sarebbe Francesco Patitucci, capo della presunta confederazione mafiosa. Poi sette gruppi riconducibili alla più vasta organizzazione criminale “attenta” a diverse attività illecite: estorsione, usura, narcotraffico, gioco d’azzardo, armi e intestazioni fittizie di beni. Insomma, c’è davvero tutto.

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Il prossimo 31 ottobre ci sarà il “calcio d’inizio” del processo, ma già si può anticipare qualcosa. Detto del rigetto del presidente del tribunale di Cosenza sulla richiesta di astensione presentata dal giudice Carmen Ciarcia, avendo presieduto “Testa di Serpente“, ovvero l’antipasto investigativo di “Reset“, il numeroso collegio difensivo avanzerà senza dubbio richiesta di ricusazione alla Corte d’Appello di Catanzaro per il presidente della sezione penale di Cosenza.

Inoltre, il giudice Ciarcia si appresta a portare a compimento anche un altro processo strettamente connesso a “Reset“. Parliamo di “Valle dell’Esaro“, il procedimento sempre della Dda di Catanzaro contro una presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico operante soprattutto tra Roggiano Gravina, Tarsia, San Lorenzo del Vallo, San Marco Argentano, Spezzano Albanese e Terranova da Sibari. In questo caso si parla di aggravante mafiosa riconducibile al presunto clan Presta di Roggiano Gravina, inserito anche in “Reset“. Una valutazione quindi non solo sul narcotraffico ma anche su un presunto contesto ‘ndranghetistico. Altre ricusazioni, comunque, non sono da escludere vista l’enorme mole di lavoro processuale svolta dal tribunale di Cosenza dai tempi di “Apocalisse” in poi.

Valanga di testimoni a “Reset”: le forze dell’ordine

Se il 31 ottobre si partirà con il piede giusto o meno è ovviamente tutto da vedere, ma la lista testimoniale dei pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti è già pronta da mesi. Precisamente dal 20 settembre, data in cui il documento è giunto nella cancelleria penale del tribunale di Cosenza. La prima parte riguarda gli esponenti della polizia di Stato e prevede l’escussione, tra gli altri, dell’ex capo della Squadra Mobile di Cosenza Fabio Catalano, e di tutti gli agenti che hanno partecipato alle varie indagini, tra cui quelli già sentiti in “Valle dell’Esaro“.

Stessa cosa dicasi per l’Arma dei carabinieri, dove compaiono il Colonnello Raffaele Giovinazzo, il Maggiore Giuseppe Sacco, il Capitano Matteo Di Stefano e altri settantadue militari dell’Arma che hanno lavorato negli anni alla maxi-indagine. Nei 254 testimoni sono compresi anche i finanzieri, ventisette in tutto.

“Reset”, nella lista anche 39 pentiti

La Dda di Catanzaro ha intenzione di sentire anche trentanove collaboratori di giustizia. Nell’elenco figurano, tra gli altri, Celestino Abbruzzese, Nicola Acri, Ivan Barone, Francesco Bevilacqua, Giuseppe Bonfiglio, Franco Bruzzese, Roberto Violetta Calabrese, Angelo Colosso, Vincenzo De Rose, Vincenzo Dedato, Nicola Femia, Adolfo Foggetti, Francesco Greco, Ernesto Foggetti, Francesco Galdi, Silvio Gioia, Luciano Impieri, Daniele Lamanna, Marco Massaro, Giuseppe Montemurro, Anna Palmieri, Luca Pellicori, Franco Pino, Roberto Presta, Mattia Pulicanò, Domenico Scrugli, Giuseppe Zaffonte e Diego Zappia.

Sono citati anche pentiti che in realtà sono usciti da tempo dal programma di protezione per inattendibilità, e infine Roberto Porcaro e Danilo Turboli, i quali hanno deciso di fare un passo indietro.

Le persone offese

Infine, risultano menzionate anche settantasei persone offese individuate dall’ufficio di procura antimafia che dal 20 ottobre in poi sarà coordinato almeno per un anno dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla dopo l’addio di Nicola Gratteri, nuovo procuratore di Napoli.

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