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Cosenza, Tari salata e lamentele social. Ma è calata per gli esercizi commerciali

Il Consiglio comunale del 29 aprile 2022 approvò l’aumento del 30% per le utenze domestiche e la diminuzione del 25% per quelle non domestiche ridistribuendone così il peso. Caruso disse: «Pagano meno di tre contribuenti su dieci». Giordano spiegò che le nuove tariffe sono ancora al di sotto della media nazionale

Cosenza, Tari salata e lamentele social. Ma è calata per gli esercizi commerciali

Bollette salate e vibranti lamentele sui social. L’aumento della TARI per i residenti nel comune di Cosenza si è abbattuta puntuale come una scure sulla testa dei (pochi) contribuenti. Diverso è il discorso, però, per le attività come bar e ristoranti che invece hanno ottenuto delle diminuzioni. Nulla, però, che non fosse già stato documento e commentato a tempo debito.

Nella seduta del 29 aprile 2022, il Consiglio comunale approvò la modifica del regolamento TARI con il disco verde di 20 consiglieri (compresi Bianca Rende e Francesco Luberto che subordinarono il loro placet) e con il voto contrario di 6 consiglieri (Francesco Spadafora, Giuseppe d’Ippolito, Ivana Lucanto, Alfredo Dodaro, Francesco Caruso e Francesco Cito).

Contestualmente fu approvato il piano finanziario TARI per il periodo 2022-2025 e le tariffe TARI per l’anno 2022 con il voto favorevole di 18 consiglieri, 2 astensioni (Bianca Rende e Francesco Luberto) e 6 contrari (Francesco Spadafora, Giuseppe d’Ippolito, Ivana Lucanto, Alfredo Dodaro, Francesco Caruso e Francesco Cito).

A riguardo, fu approvata una mozione di Bianca Rende e Francesco Luberto con cui la giunta si impegnava a reperire le risorse per consentire l’immediata copertura dei costi necessari per assicurare l’innalzamento delle soglie di esenzione a valere sulle tariffe TARI e andare incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà. L’unica soglia di esenzione oggi è fissata fino al limite massimo di tetto ISEE di 500 euro.

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L’aumento dei costi sulle utenze domestiche fu determinato dalla contestuale diminuzione di quello sulle utenze non domestiche. Il peso gravava quasi del tutto sulle attività commerciali con la conseguenza, anche a causa della crisi Covid, che molte utenze commerciali andavano in crisi e non pagavano, determinando un doppio vulnus, socio-economico e finanziario. Non incassando, l’Ente andava in affanno a far fronte al costo del servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La giunta ritenne quindi opportuno ridistribuire i pesi mantenendosi nei limiti di uno spazio di manovra che la normativa vigente permette ai comuni. Cosenza abbassò del 25% i costi sulle utenze non domestiche, ma aumentò del 30% quelle sulle utenze domestiche fermandosi comunque al di sotto della media nazionale. Nella sua relazione, l’allora assessore al Bilancio Francesco Giordano entrò nel dettaglio evidenziando «che su 18 milioni del Pef (Piano economico finanziario) quasi 11 milioni di euro erano posti a carico delle utenze non domestiche che producono solo il 20% di quei rifiuti che, comunque sia, sono pochi». Aggiunse inoltre che sui valori unitari della tariffa pesa molto l’alta evasione ed il conseguente accantonamento a fondo rischi che ricade solo su chi paga. Con la conseguenza che il basso tasso di riscossione oltre ad impedire un servizio di alta qualità, si ripercuote sulle tasche di chi paga con regolarità.

Il sindaco Franz Caruso, invece, affermò che si trattava di «una scelta di cui ci assumiamo la responsabilità perché è una scelta politica che riteniamo di grande equità, in quanto, per come è stato illustrato dall’assessore Giordano, le tariffe di questo Comune, per quanto riguarda la TARI, sono le più basse di tutto il territorio, per quanto riguarda le utenze domestiche, e il carico che si attribuiva alle utenze non domestiche sarebbe una iniquità. Il problema – concluse – risiede nel fatto che in questa città si pagano poco i tributi, perché c’è una contribuzione che ha un livello intollerabile, perché siamo al 26,1%. È un’anomalia tutta cittadina. Siamo la città dove si paga di meno la TARI e l’IMU e sono queste le cause che hanno portato le sezioni riunite della Corte dei Conti a dichiarare il dissesto in questa città».

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