domenica,Maggio 19 2024

“Mariano Santo”, intervista al nuovo primario Carlo Capalbo: «Ho lasciato la “Sapienza” per venire a Cosenza» | VIDEO

Il luminare originario di Acri prende il timone dell'Unità Operativa di Oncologia. La firma del contratto con l'Azienda ospedaliera è giunta nelle scorse ore, come anticipato dal nostro network

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«Alla Sapienza mi hanno preso per pazzo, ma ho nel cuore il gene della Calabresità». Carlo Capalbo, originario di Acri, nel cosentino, ha lasciato il suo incarico di professore associato della prestigiosa università capitolina per sposare il progetto del nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia dell’ateneo di Arcavacata, che sta progressivamente trasformando l’Azienda Ospedaliera di Cosenza in policlinico universitario. Nelle ultime ore la firma del contratto, contestualmente a quella di altri docenti in procinto di prendere servizio in corsia, poi l’insediamento, come anticipato dal nostro network, al timone dell’Unità Operativa di Oncologia ospitata nel plesso del Mariano Santo.

«Da giovane calabrese sono partito per formarmi a Roma – ha raccontato – Ho raggiunto l’obiettivo di passare dai banchi alla cattedra, ma questa sfida prospettata dalla Università della Calabria mi ha affascinato. Ho avvertito una sensazione positiva, di un reale cambiamento possibile. Ho sentito il richiamo della cosiddetta restanza e spero possa essere proprio questo concetto, che ha radici in Calabria, la bussola per una nuova generazione di medici che proprio noi avremo il compito di formare. Sono entusiasta di far parte di questo progetto».

L’idea di tornare nella propria terra sempre latente, pronta a riaccendersi nel momento in cui si fossero determinate le giuste condizioni: «Ma non chiamateci cervelli di ritorno – dice – Preferisco pensare all’essere umano e dunque a menti di rientro, con le loro esperienze e le loro emozioni. Ho sempre tenuto a sottolineare fieramente la mia appartenenza alla Calabria. Proprio questo aspetto penso sia pure motivo di una certa attesa nell’opinione pubblica, per l’avvio di questo nuovo percorso. Qui ci sono tante potenzialità che spesso non si vedono, ma che ci sono».

Al Mariano Santo Capalbo ha trovato un reparto nuovo di zecca, appena inaugurato: «L’impatto è stato straordinario. Credo che la forma abbia la stessa importanza della sostanza. In ambito oncologico ambienti nuovi, puliti, ordinati sono una parte della cura e della riuscita della cura. Questa struttura ha le carte in regola non solo nell’aspetto estetico ma anche nella funzionalità».

«Abbiamo un lavoro importante da compiere sotto il profilo della divulgazione culturale, anche con il supporto dei giornalisti, per scardinare gli stereotipi che alimentano i viaggi della speranza portando i pazienti a migliaia di chilometri di distanza per mancanza di fiducia nei tanti professionisti che operano in Calabria – ha concluso Capalbo – Il paziente anche qui deve sentirsi in un luogo sicuro, deve sapere che possono essergli garantite le migliori terapie. Questa la nostra missione».

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