mercoledì,Maggio 15 2024

Calunniano un collega, a processo tre militari dell’Arma

I tre, già processati per violenza privata e abuso d’ufficio, avrebbero incolpato ingiustamente un altro carabiniere durante un processo nel quale la vittima sarebbe stata ingannata dai tre imputati che lo avrebbero costretto all’acquisto di cocaina al fine di far uscire allo scoperto un pusher e sgominare una banda di spacciatori. Tre militari dell’Arma dei carabinieri

Calunniano un collega, a processo tre militari dell’Arma

I tre, già processati per violenza privata e abuso d’ufficio, avrebbero incolpato ingiustamente un altro carabiniere durante un processo nel quale la vittima sarebbe stata ingannata dai tre imputati che lo avrebbero costretto all’acquisto di cocaina al fine di far uscire allo scoperto un pusher e sgominare una banda di spacciatori.

Tre militari dell’Arma dei carabinieri sono stati rinviati a giudizio per il reato di calunnia. Il processo inizierà il prossimo 21 marzo davanti al giudice monocratico Claudia Pingitore. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Cosenza Giusy Ferrucci ha accolto la richiesta avanzata dalla procura di Cosenza, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, che ha ricostruito una vicenda fatta di denunce e controdenunce e soprattutto di processi. Il tutto nasce quando i tre carabinieri denunciano un loro collega e un altro uomo, parte offese contro i tre per i reati di violenza privata e abuso d’ufficio, accusati di aver dichiarato il falso al pm e di calunnia per aver a loro volta denunciato i tre «pur sapendolo innocente». Le presunte calunnie sono iniziate quando i tre, imputati nel processo di cui sopra, accusano il loro collega e la vittima. 

Nel processo in questione, secondo la ricostruzione della pubblica accusa, i tre avrebbero avvicinato dai militari dell’Arma che, per investigare su un traffico di droga nella zona, dietro il ricatto di sequestrargli l’automobile, priva di copertura assicurativa, lo avrebbero costretto all’acquisto di cocaina al fine di far uscire allo scoperto un pusher e sgominare, così, una banda di spacciatori. L’uomo, all’epoca dei fatti sorvegliato di pubblica sicurezza, avrebbe accettato per timore delle minacce e si sarebbe così prestato a collaborare come richiesto. Solo successivamente aveva scoperto però che i tre, redigendo dei presunti falsi verbali in cui avrebbero attestato una perquisizione nei suoi confronti, lo avevano a sua volta segnalato per possesso di stupefacenti, provocandogli serie conseguenze sul piano penale. Aveva deciso, quindi, di denunciare i tre carabinieri, raccontando tutto l’accaduto al pubblico ministero Giuseppe Casciaro (titolare delle indagini) della Procura della Repubblica di Cosenza, guidata all’epoca dal procuratore Dario Granieri.  E’ qui che i tre durante l’istruttoria avrebbero calunniato il loro collega. (a. a.)

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